Dieci candidati nell’arena universitaria

Confronto con gli studenti. Cosolini: «Sinergie con le imprese». Menis: «Lettere in Porto vecchio». Dipiazza non si presenta
Di Giovanni Tomasin
Foto Bruni Trieste 17.05.16 Università-candidati sindaco a confronto
Foto Bruni Trieste 17.05.16 Università-candidati sindaco a confronto

I diritti e gli interessi degli studenti e dei giovani sono stati al centro del dibattito fra i candidati sindaco organizzato ieri dalla Lista di sinistra degli studenti dell'ateneo triestino. Un confronto a dieci (unico assente Roberto Dipiazza, «non ci ha neanche risposto», commentano gli organizzatori) partito in modo piuttosto soporifero e risvegliatosi sul finale grazie alle domande dei ragazzi. Tra le proposte dei candidati mobilità agevolate, nuovi spazi a disposizione, ma anche un diverso rapporto fra imprese e atenei.

Il sindaco uscente Roberto Cosolini ha proposto il rilancio della convenzione con Trieste trasporti per i servizi gratuiti per gli studenti, oltre all'estensione degli orari della Biblioteca civica per gli studenti: «Abbiamo poi imprese che cercano dipendenti e non li trovano, penso ad Information technology. Bisogna favorire la sinergia tra aziende e ateneo».

Marino Sossi (Sì-Sinistra per Trieste) ha lanciato un appello all'impegno dei giovani: «Viviamo una fase di accentramento dei poteri, le nuove generazioni devono riconquistare un rapporto con la politica. Serve qualcuno che riporti al centro la questione del lavoro dei diritti. Altrimenti il futuro sarà fatto di voucher e Jobs act». Iztok Furlanic (Sinistra unita) ha rilevato come chi esce dall'università sia costretto a scegliere tra lavori sottopagati e l'emigrazione, sottolineando come il modello sociale vigente sia frutto di scelte politiche «che non possono essere giustificate con la scusa della crisi». Il candidato si è poi detto favorevole a un'estensione del voto anche per i minori di 16 anni.

Paolo Menis (M5S), oltre a condividere le proposte sulla mobilità e gli spazi di studio, ha proposto la costituzione di un polo umanistico - «assente oggi nell'ateneo» - da collocare magari in Porto vecchio. Il pentastellato ha poi rivendicato le particolarità del movimento rispetto alla «partitocrazia, che non va confusa con la politica». Maurizio Fogar (No Ferriera Sì Trieste) ha arringato la folla scoprendo una vena da Bernie Sanders alabardato. «Si parla di sinergie fra ateneo e aziende - ha detto -, ma con chi parlano Università, Sissa e Sincrotrone? Con chi fa ghisa con procedimenti ottocenteschi?». Fogar ha quindi attaccato «chi governa città e regione da 15 anni» per le politiche di sviluppo inefficaci alla base della disoccupazione. Fabio Carini (Startup Trieste) ha sottolineato la necessità di usufruire delle competenze universitarie per rilanciare la città: «Penso ad esempio all'utilità che la task force dell'ateneo per i fondi europei potrebbe avere per il turismo triestino». Per Carini poi «l'università di Trieste non può essere confusa con le altre realtà della Regione, è un caso unico». Alessia Rosolen (Un'Altra Trieste Popolare) ha detto: «Il futuro della città va immaginato sulla base di quattro elementi: Trieste come porto, come città della cultura e del turismo, come città internazionale della ricerca, come polo finanziario». Su questa base bisogna «immaginare la rinascita della città, anche attraverso aiuti diretti ai giovani imprenditori». Allegato ottavo in varie salse per gli indipendentisti. Giorgio Marchesich (Fronte per l'indipendenza) ha rivendicato il suo pedigree indipendentista: «Fui fermato in questura assieme a mia madre all'età di 4 anni perché davamo volantini alla fiera campionaria». Nicola Sponza (Uniti per Trieste): «Il nostro programma ha un carattere soprattutto economico. Nel Porto vecchio possiamo creare l'area franca più vasta d'Italia grazie alla quale dare nuova linfa all'occupazione cittadina». Vito Potenza (Lista Vito Potenza) ha invitato tutti i candidati a scrivere all'Onu per avere chiarezza sulla questione di Trieste.

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