Diligenti, puntuali, assidui. I laureati triestini passano l’esame

Sono diligenti, frequentano nel 75% dei casi le lezioni, si laureano presto, se hanno fatto la triennale in massa dichiarano di voler proseguire, vanno all’estero poco ma sempre più dei loro connazionali, oltre la metà frequenta uno stage o tirocinio, segno che l’Università li “cura” in questo senso. Di più, in maggioranza schiacciante sono donne, che forse comandano poco ma studiano molto, e risultano in netta maggioranza all’Università, il 60,3% dei neolaureati italiani, a Trieste il 60,1% e le stesse proporzioni si ritrovano in tutti i maggiori atenei italiani almeno secondo il rapporto 2013 di Almalaurea, il Consorzio che periodicamente fotografa tramite questionari la situazione studentesca, con un indice di risposta tanto alto da non potersi dedurre che la percentuale maschi/femmine sia falsata da una maggiore dedizione a rispondere delle studentesse, o ex. A Scienze giuridiche, del linguaggio e dell’interpretazione le laureate 2013 sono addirittura l’81%, a Studi umanistici il 77%, a Chimica e Farmacia il 72,6%, a Scienze della vita il 73,8%, a Scienze mediche il 65,8% dice il report universitario che rilascia un altro dato alto e costante: mentre la politica si dilania a inventare nuovi lavori flessibili proprio per favorire i giovani, questi votano in massa per il tempo indeterminato. Anche se sono abbastanza disposti a lavorare fuori dal luogo di residenza. Dopo aver peraltro migliorato di molto, in epoca post-riforma universitaria, i propri standard di efficienza, nella frequenza, nella tabella di marcia. E rispetto al 2004 (data pre-riforma) molto più velocemente. Allora l’età media era di 32 anni, oggi è di 26,6.
Oltre la metà dei neolaureati si era iscritta avendo un diploma di liceo scientifico o tecnico, solo il 12,7% proveniva dal classico. E quanto a territorio l’Università di Trieste conferma la propria “torta” attrattiva: un terzo degli studenti è locale, un terzo regionale e un terzo arriva da altrove. Un’altra particolarità, che sottolinea in modo particolare Donata Vianelli, delegata del rettore per l’Orientamento e il “job placement”, è che il 15% dei ragazzi dichiara di aver svolto studi all’estero (a Medicina, però, il 93,3% lo nega). Pare poco, invece a livello nazionale la media è del 10%. Poi ci sono 65 laureati “magistrali” su 100 che affermano di aver potuto frequentare uno “stage” (media italiana al 56%), il livello complessivo di Trieste per tutti i cicli di laurea è comunque al 58,5% (media italiana al 61).
Un’altra indagine che racconta le qualità dei laureati è la conoscenza dell’inglese, più dei tre quarti dei neolaureati la dichiara buona o molto buona (specie in forma scritta). Non raggiunge però le vette di Internet: il 90% si dichiara espertissimo. Un’altra curiosità? Il 70% dei ragazzi con laurea di primo livello non ha genitori laureati (in Italia la media ancora più bassa è del 74%), percentuale che scende al 65% fra chi ha concluso invece il ciclo magistrale.
Quanto alla soddisfazione complessiva su ateneo e corso di studi, 35 su 100 la ammettono in pieno, altri 50 danno una valutazione positiva e il 69% si iscriverebbe di nuovo. Dopo dopo la laurea triennale il 63% dichiara di voler proseguire con il secondo ciclo biennale.
Il questionario del consorzio Almalaurea ha coinvolto 64 atenei, 230 mila laureati del 2013. A Trieste, interpellati 3.313 giovani, di cui 1.792 con laurea triennale, 1.007 con il biennio magistrale, e 342 laureati magistrali a ciclo unico.
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