Diritti doganali, "si sono intascati 12 milioni"
Roberto e Francesco Prioglio, rispettivamente legale rappresentante e direttore dalla casa di spedizioni 'Tomaso Prioglio International', ora 'International spa', sono accusati di appropriazione indebita. La Marcegaglia Spa tra le ditte danneggiate

Francesco Prioglio
Dodici milioni, euro più, euro meno. Di questa ingentissima somma si sono appropriati, secondo l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Trieste, Roberto e Francesco Prioglio, rispettivamente legale rappresentante e direttore dalla casa di spedizioni ”Tomaso Prioglio International”, ora diventata ”International spa”.
I dodici milioni di euro rappresentano quanto 150 clienti avevano versato alla casa di spedizioni tra l’autunno del 2007 e quello del 2008 perché fossero pagati i diritti doganali di svariate merci: carni, metalli, filati, prodotti farmaceutici. Al contrario i due indagati per appropriazione indebita, secondo l’inchiesta diretta dal pm Federico Frezza, non li hanno versati e hanno utilizzato il denaro come se fosse di loro proprietà.
Le Dogane, o meglio lo Stato, ha incassato comunque i ”diritti” dovuti perché è scattata la ”copertura” delle polizze fidejussorie. L’Unipol ha versato quattro milioni, la Zurich due, la Liguria tre milioni e mezzo, mentre somme minori comprese tra gli 800 mila e i 500 mila euro sono state pagare dalla Sun, dall’Arfin, dalla Sasa e dall’Aurora.
Ma non basta. Dopo aver versato i diritti doganali in base alle polizze sottoscritte, le Compagnie di Assicurazione hanno fatto voluto fare chiarezza con i propri ispettori e visto che non si trattava di ”ritardi” o di ”disguidi”, si sono fatte avanti con gli importatori, cercando di ricuperare quanto avevano dovuto versare all’erario. Si è messo in modo un gigantesco ”domino”. «Abbiamo già pagato l’International spa» avevano ribattuto i titolari delle 150 aziende, esibendo le prove dell’avvenuto versamento: bonifici, assegni circolari, disposizioni alla propria banca.
I nomi di Francesco e Roberto Prioglio sono stati così iscritti sul registro degli indagati per appropriazione indebita, aggravata dal fatto di aver causato a queste ditte che si erano affidate alla loro esperienza e tradizione, un rilevante danno patrimoniale, abusando del rapporto professionale.
L’avvocato Federica Romana Fantuzzi dello studio Zunarelli e il professor Gaetano Insolera, ordinario di Diritto penale all’Università di Bologna, hanno assunto la difesa dei due indagati. «In questa prima fase dell’inchiesta non riteniamo di poter affermare alcunchè».
Va aggiunto che l’apertura dell'inchiesta penale rappresenta l’ultimo atto di una pesante crisi che da tempo ha coinvolto la ”International spa”, già ”Tomaso Prioglio International” di proprietà di Roberto Prioglio, ex presidente dell’Associazione spedizionieri del Porto di Trieste e dell’Alleanza della spedizione e del trasporto nel Friuli Venezia Giulia. La crisi economica mondiale già nel febbraio 2009, aveva costretto questa azienda a formalizzare la proposta di un concordato preventivo con i creditori. La proposta - firmata dai tre commissari giudiziali Luca Mandrioli, Fabrizio Mancinelli e Giampiero Paoli - era stata avanzata alla Sezione fallimentare del Tribunale di Ancona, dove l’Internazional spa aveva da tempo spostato la propria sede legale mentre gli uffici ammnistrativi erano rimasti a Trieste. Nell’autunno del 2008 ogni attività era cessata.
Numerosissime, come dicevamo, le ditte danneggiate. Tra esse spicca la ”Marcegaglia spa” di Gazzoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova. E’ l’azienda di famiglia della presidente della Confindustria. Tra le società ”targate” Trieste sonorimaste coinvolte nei mancati pagamenti senza averne alcuna responsabilità, la Saul Sadoch, la Combustibile, la Matathia snc, l’Eco Kalor. Ma anche un ente benefico di ispirazione religiosa, la Caritas diocesana, danneggiata per poco più di 20 euro. A Gorizia la D-Company srl, la Zanolla srl di Turriaco e le società in Friuli Artekna di Moggio udinese e la Friulpecsa di Carlino.
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