Donna trovata morta in casa La polizia: non è omicidio
FIUME. Non è stato omicidio: si sarebbe trattato - ma il condizionale è d’obbligo - di overdose da stupefacenti. È ancora tutta da chiarire la vicenda della morte di una donna, O. M., 34 anni, che si riteneva in un primo momento essere stata assassinata dal marito, il 36enne Z.M. Il corpo senza vita della donna, madre di un bimbo, è stato rinvenuto l’altro ieri in un ripostiglio del grattacielo di via Andrija Peruc 2, nel rione di Vezica inferiore, a Fiume. Si è subito pensato a un omicidio anche perché del marito non c'era traccia: le forze dell'ordine hanno organizzato una colossale caccia all'uomo blindando le strade fra Fiume e Karlovac: egli è infatti di Duga Resa, località non distante da questa città, e la polizia ha concentrato le sue ricerche in quest'area. Tutti i principali media croati hanno parlato di femminicidio. Ma ieri pomeriggio si è tenuta una conferenza stampa straordinaria nella sede della Questura di Fiume. «L'episodio non è qualificabile come omicidio - ha detto il portavoce della questura - e purtroppo nell'interesse delle indagini non possiamo aggiungere altro. Confermo solo che le forze dell'ordine sono impegnate nella ricerca del consorte e delle persone che negli ultimi tempi erano state a contatto con la donna deceduta».
Da quanto è dato sapere, il marito della donna l’altra mattina avrebbe chiamato la suocera per chiederle se poteva accudire il figlioletto perché lui e la moglie avevano delle faccende da sbrigare. Pare che la nonna abbia preso in consegna il nipotino. Alcune ore dopo un'inquilina ha tentato di aprire la porta del ripostiglio, che era chiusa e con la chiave spezzata nella serratura. Ha sospettato fosse successo qualcosa e ha chiamato i vigili del fuoco, che dopo pochi minuti hanno rinvenuto il cadavere. Le autorità non confermano per ora la morte per overdose. L'autopsia ha confermato che sul corpo della sventurata non ci sono segni di ferite provocate da arma bianca o arma da fuoco. Contattati dai giornalisti, alcuni inquilini - rimasti anonimi - hanno confermato che in passato si erano udite liti e urla provenire dall'appartamento dei coniugi. (a.m.)
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