«È la conseguenza di una serie di terremoti»

La tesi di quattro docenti universitari: «Onde sismiche causa della spinta degli edifici verso il centro»
Di Ugo Salvini
Lasorte Trieste 13/01/15 - Magazzino delle Idee, Conferenza sui Terremoti
Lasorte Trieste 13/01/15 - Magazzino delle Idee, Conferenza sui Terremoti

Sarebbe la spinta degli edifici che circondano piazza dell’Unità d’Italia verso il centro della stessa a originare il sollevamento della pavimentazione. A sua volta, tale spinta sarebbe la conseguenza, a lungo termine, di una serie di terremoti di una certa entità avvenuti, a partire da quello devastante del 1976, in Friuli, poi in Slovenia (1998) e infine in Emilia (2012), fino all’ultimo, in ordine di tempo, quello dello scorso novembre, verificatosi a Krsko. Questa la tesi proposta da quattro docenti dell’Università di Trieste in relazione all’ultimo episodio di sollevamento di una parte della pavimentazione della principale piazza cittadina. Si tratta dei professori Giuliano F. Panza, ordinario di Sismologia, Raffaella Cefalo, associato di Topografia e Cartografia, Renzo Mosetti, docente di Oceanografia, e Fulvio Crisciani, docente di Fluidodinamica geofisica. «Spesso - spiega Panza, anche a nome dei colleghi - si adduce, come spiegazione del sollevamento, la dilatazione termica dei masegni. Ma esiste un’ipotesi alternativa, che chiama in causa, invece, come elemento corresponsabile, l’effetto dovuto alla spinta degli edifici che circondano la piazza verso il centro della stessa. Il risultato complessivo - aggiunge Panza - è appunto il sollevamento della pavimentazione. Il punto fondamentale riguarda proprio l’origine della spinta - prosegue il docente di Sismologia - che è la conseguenza, a lungo termine, di una sequenza di terremoti avvenuti attorno a Trieste. Ciò in quanto le onde sismiche - osserva Panza - incontrando il terreno sul quale sorge la piazza, costituito principalmente da fango e acqua, sono polarizzate nel piano orizzontale o, come si suole dire, sono amplificate, ne provocano la compattazione e possono generare micro spostamenti irreversibili degli edifici, visti i tipi di fondazione degli stessi. Questo fenomeno - continua - è stato oggetto di opportuno approfondimento, nell’ambito del progetto intitolato “Strategie innovative per la difesa di strutture di particolare interesse nella regione Friuli Venezia Giulia dai forti terremoti attesi”, finanziato dall’amministrazione regionale. Nell’ipotesi di una dilatazione termica, essendo questa di natura isotropa - sottolinea Panza - priva di direzioni preferenziali, la medesima non sarebbe compatibile con quanto osservato soprattutto nell’ultimo sollevamento, che presenta una vistosa spaccatura nella mezzeria della piazza, nella direzione che va dal Municipio alle Rive. Si può anche constatare che terremoti forti come quello del Friuli e della Slovenia - continua Panza - non hanno fatto rilevare conseguenze sulla pavimentazione della piazza, a quei tempi ancora coperta da asfalto, la cui natura plastica non consente di mettere in evidenza gli sforzi e le conseguenti deformazioni impressi dagli edifici sul terreno. L'attuale sollevamento - conclude - segue i due eventi sismici di Pivka (2014, magnitudo 4.6) e di Bovec (2015, magnitudo 4.2)».

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