«È lo Stato il peggiore datore di lavoro»

Da Proietti (Uil nazionale) attacco al Governo: il pubblico impiego da 7 anni senza contratto

GRADISCA. Festa dei lavoratori e manifestazione sindacale domenica a Gradisca dove nei giardini della Spianata è intervenuto anche Domenico Proietti, della Uil nazionale, il cui comizio si è svolto al termine del corteo partito da viale Trieste e organizzato da Cgil, Cisl e Uil provinciali. Alla grande manifestazione provinciale per il lavoro hanno preso parte anche le Acli. Qualche centinaio di persone ha voluto sfidare la pioggia intensa. Presenti svariati sindaci dell'Isontino e il presidente della Provincia Enrico Gherghetta. Ma l'intervento più importante è stato quello di Proietti della Uil che ha esordito ricordando la vicenda di Giulio Regeni e invocando verità. Poi, il suo discorso si è concentrato sulle problematiche del lavoro. E duri attacchi sono stati rivolti al Governo Renzi. «È inaccettabile che lo Stato sia il peggior datore di lavoro in assoluto», la sua prima osservazione. L'ha dichiarato perché è, a suo avviso, incostituzionale che «ormai da 7 anni ci sia il blocco del rinnovo del contratto del pubblico impiego». Altro tema: i fannulloni. «È giusto - le sue parole - fare la guerra ai fannulloni ma nessuno è stato mandato a casa. E poi, è inaccettabile che nel 2016 si facciano ancora i conti con l'aumento degli infortuni sul lavoro». Proietti, poi, ha puntato ancora il dito sul Governo «che ignora sistematicamente - sono state le sue parole - i corpi intermedi (ovvero associazioni, volontariato, sindacati)». Dopo la cerimonia ufficiale, nel Duomo di Gradisca d'Isonzo, l'assistente provinciale delle Acli don Giovanni Sponton ha celebrato la messa, al termine della quale il circolo di Gradisca ha offerto a tutti i presenti un momento conviviale nel bar di sezione di campiello Emo. A Cervignano del Friuli, in occasione del Primo maggio in piazza, è stato coniato lo slogan "Da questa terra di lavoro un soffio di libertà", dedicato a Giulio Regeni, il ricercatore friulano barbaramente ucciso in Egitto. Verità e giustizia, dunque, ma anche un pensiero e una riflessione sull'Europa dei nostri giorni, incapace di esprimere una politica comune di accoglienza di fronte all’emergenza profughi. (l.m.)

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