«E ora si pensi alle cabine antiaggressione»

La richiesta viene rinnovata dall’Unione sindacale di base. La Filt-Cgil: «Ok la videosorveglianza»

«Non parlate al conducente». Una volta bastava questa scritta per impedire che l’autista di un mezzo pubblico venisse distratto dalla guida. Adesso i tempi sembrano essere cambiati e diversi conducenti, stando alle parole dei sindacalisti, iniziano ad aver paura. A lamentarsi sarebbero soprattutto i dipendenti impegnati nei turni notturni e quelli chiamati a coprire le tratte extraurbane.

«Ben vengano le telecamere a bordo degli autobus - afferma Willy Puglia, storico rappresentante dell’unione sindacale di base -, ma sono altri gli interventi che stiamo chiedendo da anni a protezione degli autisti». Puglia plaude all’introduzione del sistema di videosorveglianza sui mezzi pubblici, anche se specifica che questo intervento «non è un investimento della Trieste Trasporti, bensì è il frutto di un finanziamento della Regione». «La nostra posizione è sempre quella - spiega -. Il problema è che a bordo dei mezzi salgono continuamente degli squilibrati. Le telecamere, in questi casi, non possono in alcun modo evitare le aggressioni. Lo stiamo dicendo da anni a livello nazionale, regionale e provinciale: servono delle cabine antiaggressione per i conducenti». Puglia ne fa anche una questione di principio: «Numerose ricerche - sottolinea - affermano che la guida dei mezzi pubblici rappresenta il lavoro più stressante che si possa fare. I conducenti vanno tutelati, anche per la delicatezza del compito che sono chiamati a svolgere». Il sindacalista parla di «rischio incredibile in caso di aggressione del conducente mentre si trova alla guida del mezzo. Bisogna prevenire i possibili disastri che un gesto inconsulto potrebbe causare alla collettività. Abbiamo una casistica di aggressioni - continua Puglia - che sono avvenute anche perché il conducente non era adeguatamente protetto nella propria cabina». L’accorato appello del rappresentante sindacale non sembra essere stato raccolto dall’azienda del trasporto pubblico locale. «Continuano a essere sordi a queste richieste di sicurezza - rileva -, quando invece devono convincersi a inserire nel bilancio aziendale l’acquisto di questi sistemi di protezione».

Stefano Mauro, della Filt-Cgil, promuove senza riserve l’intervento in atto sui mezzi della Trieste Trasporti. «È un deciso passo avanti - rileva - anche se c’è ancora del lavoro da fare sul fronte della sicurezza. L’installazione delle telecamere rappresenta però uno strumento di protezione per gli utenti del servizio pubblico e per i lavoratori». La telecamera posta sulla parte anteriore del mezzo pubblico, secondo il sindacalista della Filt-Cgil, potrà inoltre svolgere una duplice funzione, «tutelando il conducente nella fase di ricostruzione della dinamica di un eventuale incidente, sconsigliandolo al contempo dal mantenere una condotta di guida inadeguata». (lu.sa.)

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