Edificio vuoto dal 2011 costato 700mila euro

Doveva diventare la sede di Confindustria. Scartata l’offerta della Minerva per ospitare profughi adulti
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-17.05.2016 Palazzina del consorzio-Cooperativa 2001-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-17.05.2016 Palazzina del consorzio-Cooperativa 2001-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Da ex immobile dell’Adriaplast al Lisert a struttura dedicata all’accoglienza sociale di minori extracomunitari. Erano diversi anni che il Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone, dopo aver rilevato l’immobile e averlo ristrutturato (sono stati spesi circa 700mila euro, fondi pubblici) tentava di mettere a reddito la struttura.

I lavori di ristrutturazione sono stati ultimati nel 2011 e le prime trattative per una possibile locazione sono state condotte con la Mangiarotti. Proprio di fronte infatti l’azienda leader nella costruzione di impianti ad altissimo livello per i sistemi Oil&gas e per il settore nucleare, ha realizzato un grande e tecnologico stabilimento. All’inizio la prima gestione aziendale, per necessità di ulteriori spazi, aveva fatto richiesta al Csim di altre strutture vicine. Una delle migliori soluzioni (per gli uffici e la progettazione) era proprio quello dell’edificio appena ristrutturato. Ma poi le difficoltà e altre esigenze hanno convinto Mangiarotti a spostarsi qualche centinaio di metri più in là in un’altra struttura, sempre del Csim. La costruzione, nuova di zecca, è rimasta vuota e qualche tempo dopo sono iniziate altre trattative. Stavolta con Confindustria Venezia Giulia che stava unendo le due realtà di Trieste e Gorizia e aveva bisogno di una sede comune per uffici, riunioni e per la formazione. Anche questa ipotesi, dopo trattative e varie visite, è stata abbandonata perché Confindustria puntava a una sede di rappresentanza più prestigiosa come quella che è stata scelta alla fine (l’ex immobile di Cosulich, un palazzo tutto vetri) poco distante dall’uscita autostradale di Redipuglia, a fianco dell’Aeroporto.

Dal 2013 poi nulla, è stato nel frattempo fatto un avviso pubblico riportato anche sul sito web, fino al 2015 quando a giugno ha bussato alla porta del Csim la Cooperativa del pesce del Villaggio del Pescatore. L’idea era quella di realizzare un “albergo ristorante” low cost. La proposta era per il primo anno un canone di 9mila e 600 euro, per il secondo 18mila e per il terzo 32mila e 400. Serviva però un investimento di 200mila euro per arredare i locali. Arriva ottobre, ancora il Csim non ha deciso, ed ecco che arriva la proposta della Cooperativa che propone un progetto di qualità per accoglienza dei minori migranti con un canone di 40mila euro l’anno di affitto.

Nella stessa data arriva però anche la proposta da parte della Minerva (cooperativa di Savogna): l’offerta è lievemente maggiore (40mila 200 euro l’anno), ma l’idea è quella di accogliere extracomunitari richiedenti asilo, adulti però. Il Csim dopo una approfondita analisi nel consiglio di amministrazione del 21 ottobre non ha avuto dubbi e ha scelto la Cooperativa 2001 e il progetto dei minori.

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