Emergenza-cinghiali, danni per 250mila euro

CORMONS. Quello di Oslavia è soltanto l’ultimo caso. Orti e giardini devastati dai cinghiali, esasperazione da parte dei proprietari, contromisure che non bastano più a “fronteggiare” il fenomeno. Non a caso, l’altro giorno, la famiglia Markovic di Oslavia ha commentato: «Abbiamo scritto una lettera alla Provincia per ottenere il risarcimento danni e un contributo per la recinzione elettrificata, per ora è arrivato solo un tecnico a fare un sopralluogo e poi più nulla».
Ma a quanto ammontano, in termini economici, i danni causati dalle scorribande degli ungulati? Ormai si “viaggia” sui 250mila euro l’anno. Nel 2011 i danni subiti dal settore agricolo nella fascia che va da Gorizia al Collio a causa delle incursioni di cinghiali soprattutto ma anche di caprioli e cornacchie ammontarono a 232.306,25 per la precisione. Gli anni successivi il “conto” è ulteriormente salito, superando quota 250mila euro. La Provincia, dal canto suo, ha fatto quello che ha potuto, elargendo 89.024 euro. Il 70 per cento della somma è stata destinata agli interventi di prevenzione e per l’indennizzo dei danni all’agricoltura pari a 62 mila 316,80 euro (prevenzione 6 mila 199,36 più 56 mila 116,64 per i danni). Il restante 30% del fondo regionale, pari a 26 mila 707,20 euro, è stato invece indirizzato ai danni causati dai cinghiali alle auto (11 mila 140,78 euro) e ad altri interventi finalizzati al miglioramento ambientale (15 mila 166,42 euro). Finanziamenti che sono una goccia nel mare visti i continui danni causati alle coltivazioni (ma anche ai giardinbi delle abitazioni) in tutto l’Isontino.
Il totale della superficie danneggiata nell’Isontino è stata di circa 400 ettari: le coltura maggiormente colpite i seminativi, i vigneti, gli ortaggi. Negli ultimi anni le recinzioni speciali (i cosiddetti “pastori elettrici”) hanno contribuito a diminuire i danni specie nei vigneti ma le devastazioni continuano ad essere troppe, come evidenziato con forza e a più riprese negli ultimi tempi anche dalla Coldiretti provinciale. I cinghiali europei sono tipici abitatori dei boschi ben maturi ed in particolare dei querceti, mentre le sottospecie africane ed asiatiche sembrano preferire le aree aperte e paludose: in generale il cinghiale si dimostra però assai adattabile in termini di habitat, e colonizza praticamente ogni tipo di ambiente a disposizione.
Nei territori occupati dai cinghiali deve tuttavia essere sempre presente una fonte d'acqua, dalla quale l'animale non si allontana mai molto. Pertanto, il cinghiale evita le aree desertiche, rocciose e quelle a forte precipitazione nevosa, dove per l'animale risulta disagevole grufolare. I cinghiali, tuttavia, tollerano molto bene il freddo (resistono a temperature di decine di gradi al di sotto dello zero), mentre sono meno adattabili a climi eccessivamente caldi, dove danno segni di sofferenza: l'umidità dell'ambiente li interessa relativamente poco, grazie al pelo altamente isolante.
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