«Era la mia preferita, non riesco a crederci»

La disperazione di uno dei pazienti della Clinica. «L’avevo vista poche ore prima, sembrava affaticata»
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara

«Ho sentito delle urla e un po’ di trambusto, ma poi ho pensato fosse un ammalato che dava problemi, come talvolta in ospedale può effettivamente capitare, e allora non ci ho dato troppo peso e mi sono girato dall'altra parte per continuare a dormire», racconta un paziente della Clinica otorino. Chissà quanti altri, in reparto, hanno fatto come lui. Erano grossomodo le sei e mezzo del mattino, il cambio turno. Nessuno in corsia si è accorto dell'accaduto. Ma quando si sono svegliati, poco dopo, hanno notato tutti qualcosa di strano. I carabinieri e un via vai insolito di medici e infermieri.

«Mi hanno detto cosa è successo e ho capito...pazzesco, davvero pazzesco. Ma come è possibile?», domanda il signor Carlo. È un paziente della Chirurgia vascolare, conosceva Elena, con lei ha avuto spesso a che fare. «È venuta da me la sera prima - spiega - come tante altre volte. Mi sembrava tranquilla come sempre...anche se...». C'è un particolare, prima apparentemente insignificante, che ora potrebbe dire qualcosa. «In effetti Elena mi aveva fatto un'osservazione da cui ho notato che sembrava piuttosto affaticata. Sì, affaticata. Non riesco a ricordare le sue parole, ma l'espressione trasmetteva questo. Elena ormai la vedevo qui ogni volta che venivo ricoverato, da sei mesi oramai. Posso dire di conoscerla un po’ e ultimamente mi pareva sciupata. Comunque era una persona squisita, dolce. Era la mia infermiera preferita, di questo ne sono sicuro. Certamente - continua Carlo - era riservata e non diceva niente di sé, quindi non ci si poteva rendere conto del suo malessere, di come si sentiva. Quello che è accaduto mi mette molta tristezza, non me lo riesco davvero a spiegare. Come è possibile che abbia deciso di uccidersi?».

Tutti i colleghi, qui al decimo piano della Torre chirurgica di Cattinara, parlano di una donna sempre disponibile, attenta e premurosa al lavoro. Nessuno ha mai notato davvero segni di squilibrio, insofferenza o altro. «Siamo tutti profondamente addolorati - dice Fabio Pototschnig, sindacalista della Fials -. Elena era una persona che conoscevo personalmente, una professionista splendida. Purtroppo nessuno di noi è stato in grado di cogliere la sua sofferenza e la fragilità che si portava dentro. Questa è una storia tristissima, in ospedale siamo tutti scossi. Siamo senza parole - conclude Pototschnig - nessuno si aspettava assolutamente una cosa del genere». (g.s.)

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