Ex casa degli alpini, crollati gli ultimi ruderi

Responsabili le piogge intense degli ultimi giorni. L’intendimento del Comune era di valorizzarla

CORMONS. È uno degli edifici che hanno fatto la storia del monte Quarin. Di proprietà privata, ma utilizzata in un lontano passato anche dagli iscritti alla locale sezione Ana, da cui il nome di "ex casa degli Alpini" con cui è conosciuta da tutti in paese. Da anni versava in condizioni difficili, semidistrutta dal tempo e dalle intemperie, ma da qualche tempo c'era anche un progetto di un privato che intendeva riqualificarla. Da qualche giorno però l'impresa di rimetterla a lucido sarà più complicata, perché le piogge nei giorni scorsi hanno definitivamente raso al suolo ciò che rimaneva dell'edificio. La notizia è subito corsa in tutta la città, e nel weekend tra social network e bar a Cormons non si parlava d'altro che dei danni fatti dal maltempo a ciò che restava della struttura. L'acqua e l'umidità hanno infatti sbriciolato ulteriormente il rudere: il progetto vedrebbe la completa riqualificazione dell'edificio, ridando quindi vita al lato d'ingresso del piazzale con la presenza di una casa ristrutturata, assolutamente più presentabile rispetto all'attuale visione. L'impegno di un privato testimonia come l'attrazione di quest'area del Quarin sia molta, così come l'amore e la volontà di renderlo un luogo migliore da parte di chi ha a cuore questa vetrina naturale e culturale della città. C'è però la burocrazia di mezzo, oltre alle piogge: nelle scorse settimane infatti è arrivato anche un "no" dalla commissione edilizia comunale alla richiesta di parere preventivo di tipo conservativo sul progetto. «Non rispondeva ai canoni richiesti», spiega l'assessore ai lavori pubblici Paolo Nardin. L'area che risponde allo storico nome di "ex casa degli Alpini" è di fatto divisa in due parti, una appunto privata e l'altra - della quale restano però solo le fondamenta, sebbene restaurate - pubblica, sita maggiormente dentro il piazzale del Quarin. Tanti, per quest'ultimo sito, erano stati molti i progetti di rimessa a nuovo, poi mai portati a realizzazione effettiva. L'ultimo in ordine di tempo è datato 2009, quando l'amministrazione comunale aveva in mente un piano che riqualificasse l'edificio, con tanto di accordo preso con l'associazione Fulcherio Ungrispach che avrebbe dovuto gestire il sito una volta rimesso a nuovo. «Intendiamo rivalutarlo – disse il sindaco Patat all'epoca – visto che attualmente si trova in uno stato di totale abbandono. La struttura sarà rifatta e ampliata, diventando una foresteria, un info-point turistico e un piccolo albergo con un paio di stanze. Per realizzare questo obiettivo però dobbiamo fare i conti con i fondi comunali a nostra disposizione: gli interventi in quell'area saranno fattibili solo grazie a finanziamenti regionali». Che però non arrivarono, e la struttura non solo non divenne mai un info-point turistico come da intenzioni municipali, ma cadde sempre più a pezzi col passare del tempo. «La volontà del Comune - aggiunse all'epoca Patat - è quella di coinvolgere in questo progetto anche la Ungrispach, con la firma di una convenzione, delegando al sodalizio la gestione della riqualificazione del sito». Intenzioni ottime, che si scontrarono però con l'imminente crisi economica che stava per portare tutti in tempi di dolorosa spending review. Fortunatamente oggi, dopo l'abortita iniziativa pubblica, è arrivata quella privata sull'altra parte dell'ex casa degli alpini: e tutti sperano, a Cormons, che non desista dalle sue volontà dopo gli strali di Giove Pluvio e i freni imposti dalla burocrazia».

Matteo Femia

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