Falato: «L’esodo non fu affatto una scelta»

Il consigliere contesta il Comune di Cormons per come ha voluto imbastire la conferenza sulle foibe

CORMONS. Polemiche al termine della conferenza su foibe ed esodo che ha visto come relatore lo storico Franco Cecotti. L'evento non è piaciuto al consigliere di minoranza Massimo Falato, presente - dopo il caso dell'assenza della giunta alle celebrazioni del Giorno del Ricordo il 10 febbraio - proprio per ascoltare il convegno organizzato dall'amministrazione comunale (in sala c'erano il sindaco Luciano Patat, la vicesindaco Lucia Toros e l'assessore alla Cultura Raoul Nadalutti) a favore delle scolaresche. Cecotti è stato presentato da Patat, che ha anticipato come «le vicende riguardanti gli anni in questione sono complesse e travagliate: è importante che se ne parli per comprendere la nostra storia». Nel corso della conferenza, intitolata "Guerre e violenze al confine orientale e italiano 1914-1956", Cecotti ha fatto una ricostruzione dettagliata del periodo in questione. Chiaro il messaggio dello storico: «Guerre e violenze sono termini inscindibili tra loro, e i drammi ne sono le conseguenze». La ricostruzione è partita dal passaggio della provincia del Litorale all'Italia dal 1924 in poi, con conseguenti atti liberticidi da parte dei fascisti nei confronti delle popolazioni slave. Dal 1943 a situazione ribaltata ci furono poi due diversi momenti in cui avvennero infoibamenti con vittime italiane, non necessariamente fascisti, la cui unica colpa era essere appunto italiani: «In Istria tra settembre e ottobre 1943, con 500 scomparsi circa e 217 corpi ritrovati - ha detto Cecotti - e nella zona tra Trieste e Gorizia dall'1 maggio al 12 giugno 1945: vennero recuperati poi 565 corpi ma a scomparire furono 5mila persone«. Drammatici anche i numeri dell'esodo che coinvolse in pochi mesi centinaia di migliaia di italiani. E proprio alcuni termini usati nel corso della conferenza non sono piaciuti a Falato: «Rispetto il lavoro del professor Cecotti ma non ho gradito come l'amministrazione comunale abbia imbastito la conferenza. Passi la relazione sulla causa e sugli effetti di quei drammi, ma l'esodo non fu una "scelta" da parte degli italiani: fu sostanzialmente una costrizione. Non che ci fossero grosse alternative, infatti: vero è che non ci fu un'espulsione forzata come per i tedeschi, ma gli italiani rimasti, con la prospettiva di vivere sotto un regime che li avrebbe visti di cattivo occhio, non poterono far altro che scappare. Un dettaglio non da poco». E Falato rivolge un messaggio all'amministrazione: «Per come è stata strutturata la conferenza capisco perché non avete voluto essere presenti il 10 febbraio. Sono orgoglioso non siate intervenuti alle celebrazioni: da parte mia non vi giungerà mai più un invito alla commemorazione».

Matteo Femia

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