Fasana, la mareggiata ha distrutto il porto Rovigno conta i danni

POLA. Il day after l’eccezionale mareggiata in Istria offre un’immagine apocalittica di Rovigno, gli abitanti più anziani ricordano qualcosa di simile nel lontano 1965 quando la disastrosa forza degli elementi aveva abbattuto parte della diga foranea a Valdibora creando poi il caos. Mercoledì la città di Santa Eufemia e i suoi abitanti si sono leccati le ferite facendo i primi bilanci delle violentissime raffiche di ponente di martedi scorso.
Innanzitutto tre appartenenti ai servizi di pronto intervento sono rimasti feriti per fortuna in maniera non grave, poi ben 150 automobili hanno subito danni ,una cinquantina le imbarcazioni distrutte o danneggiate. Inoltre l’acqua ha invaso numerosi vani d’affari e pianterreni sulla riva, sulle viuzze adiacenti e sulla piazza centrale dove si sono visti galleggiare tavolini, sedie, e altri oggetti. In alcuni punti l’acqua ha raggiunto l’altezza di 40 centimetri. Sul Molo Grande il vento è riuscito a spostare alcuni massi frangiflutti. Lungo il tratto compreso tra Valdibora e il porto meridionale è venuta a mancare la corrente elettrica. Per tutta la giornata di ieri le unità di pronto intervento erano all’opera per ripristinare la viabilità e rimuovere fango, detriti e pietre spinti dal mare sulla terraferma. Un pompiere ha ributtato in mare un grongo finito sulla riva. Ora si aspetta che il mare si calmi del tutto per estrarre dai fondali quello che resta delle imbarcazioni e per fare la prima valutazione dei danni subiti dall’infrastruttura portuale. Lungo le strade verso la periferia il vento ha sradicato una ventina di alberi. Per la stima dei danni complessivi bisognerà attendere ancora qualche giorno.
Da dire che martedì mattina presto intorno alle 6 alle prime avvisaglie della mareggiata, i dipendenti del Servizio comunale avevano telefonato ai rovignesi residenti a Valdibora invitandoli a spostare le automobili parcheggiate nella zona visto che erano in serio pericolo. Al secondo posto per l’entità dei danni è sicuramente Fasana il cui porto è come se fosse stato colpito da una bomba. Decine le barche ridotte in frantumi, una motonave è affondata, distrutte le panchine come pure l’inventario dei locali sulla riva. L’anziano pescare Giovanni Toffetti ricorda che qualcosa di simile era avvenuto nel 1956. (p.r.)
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