Fasiolo porta al Senato il nodo della A2A

Interrogazione presentata ai ministri Galletti e Lorenzin. «Basito dalle istituzioni» il gruppo San Valentino
Bumbaca Gorizia 15_01_2016 Conf stampa Transalpina Fasiolo ferrovie © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 15_01_2016 Conf stampa Transalpina Fasiolo ferrovie © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Riconsiderare la valutazione di impatto ambientale su centrale termoelettrica di Monfalcone». Il nodo A2A finisce a Roma dopo che la senatrice del Pd Laura Fasiolo ha presentato una seconda interrogazione ai ministri Galletti e Lorenzin, lamentando la mancata risposta all’interrogazione che aveva presentato già nell’ottobre 2014 sul tema.

«La centrale termoelettrica di Monfalcone potrebbe avere effetti ambientali e sanitari a causa delle emissioni di gas e di prodotti della combustione del carbone. In questo senso si espresse anche la commissione tecnico-scientifica istituita dalla provincia di Gorizia nel giugno 2013, affermando che la maggior parte delle morti in eccesso va attribuita al grave ritardo con il quale si è ottemperato al rispetto dei limiti previsti dalla legge per le emissioni». È quanto si legge nell’interrogazione al ministro della Salute e al ministro dell'Ambiente.

«L’assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, il presidente della Provincia di Gorizia e il sindaco di Monfalcone - spiega - hanno espresso forte impegno per contrastare la proroga dell’Aia da parte del ministero dell’Ambiente, che consentirebbe l'esercizio fino al 2025 dell'impianto termoelettrico con l'uso del carbone. In attesa di un pronunciamento del ministero, chiedo ai ministri Galletti e Lorenzin se ritengano urgente approfondire il reale impatto ambientale e sanitario della centrale A2A di Monfalcone e contestualmente aprire un tavolo interministeriale con le autorità locali per monitorare i livelli delle emissioni inquinanti. Infine - conclude Fasiolo - sarebbe utile avviare un percorso per la sostituzione delle tecnologie basate sull'impiego di combustibili fossili, come il carbone, con altre a basso impatto ambientale in coerenza con il piano energetico regionale, e istituire un tavolo di confronto tra i ministeri coinvolti e i rappresentanti delle Istituzioni locali».

A livello locale interviene il Gruppo San Valentino Cittadini per la salute. «Si resta basiti di fronte al fatto che le amministrazioni pubbliche, in piena campagna elettorale, si agitino contro la proroga dell’Aia della centrale elettrica di Monfalcone- spiegano - quando la data del rilascio da parte del Ministero è stata il 24 aprile 2014».

Secondo i cittadini «è conosciuto il problema sanitario e ambientale nella combustione di carbone per la produzione di energia elettrica, rappresentato dalla emissione di radionuclidi, in particolare quelli della serie dell’Uranio: il carbone è radioattivo». Non solo: «il carbone può essere più o meno ricco di zolfo, mercurio ed altri componenti ed comunque sempre più o meno ricco di numerosi radionuclidi naturali (Uranio, Torio, Radio, Radon ecc…), ossia elementi radioattivi, potenzialmente responsabili di leucemie, linfomi e tumori del polmone. Le particelle di carbone inoltre ricadono sui terreni agricoli, sui corsi d’acqua, in mare e da qui ritornano sulle nostre tavole in maniera silenziosa».

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