Fatta la legge salva-precari ma Trieste rimane esclusa

La giunta regionale demanda a un articolo da aggiungere in Consiglio il caso dei servizi educativi e sociali. Serracchiani: «Strada stretta, pressing sul governo»
Di Gabriella Ziani
sterle trieste asilo bubnic muggia
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La Giunta regionale ha approvato ieri il disegno di legge intitolato “Misure urgenti per le Autonomie locali”. Mette in sicurezza il sistema del comparto unico del pubblico impiego (la legge bocciata dalla Corte costituzionale) in tutto il Fvg ma non ancora a Trieste. Per conseguenza giuridica sono finiti a rischio i lavoratori a tempo determinato assunti dagli enti locali “in eccesso” rispetto a quanto previsto dalle leggi nazionali. E come si sa a Trieste in maniera drammatica: 360 persone vicine a perdere il lavoro precario, e in bilico la sopravvivenza di asili nido, scuole materne e ricreatori. La legge della Giunta non dà salvagente a questa situazione che la stessa presidente Serracchiani definisce «oggettivamente complessa», demandata a «contatti che assieme all’assessore Panontin stiamo mantenendo assiduamente e direttamente con il Governo nazionale, per cercare una via d’uscita che eviti di sconvolgere la vita di centinaia di precari e quella delle famiglie che usufruiscono dei servizi. Anche se la strada è stretta - prosegue Serracchiani - abbiamo elaborato un’ipotesi di soluzione, consiste nella predisposizione di un articolo aggiuntivo al disegno di legge».

L’assessore al Personale di Trieste, Roberto Treu: «Si è capito che inserire la parola “deroga”, che serve a Trieste, avrebbe messo la norma a rischio di nuova bocciatura. Siamo sul fil di lana». Tutti gli emendamenti presentati in seno al Consiglio delle autonomie locali sono stati recepiti, ma appunto non quello relativo al caso triestino. Che viene affidato a un emendamento a sé stante da presentare e votare però in Consiglio regionale, mercoledì mattina. Giorno in cui i sindacati hanno già annunciato una manifestazione in piazza Oberdan.

«Questa legge - dice Treu - al momento per Trieste non cambia nulla. Sana le assunzioni pregresse, ma fino a conclusione dei contratti, dimostra che il “comparto unico” ha fatto risparmiare circa 20 milioni di euro dal 2009 a oggi. Sanato il pregresso, la Regione si impegna a rispettare la legge nazionale a far data dal 1.o gennaio 2014. Significa che andranno presto a esaurimento i soldi che la legge nazionale consente di spendere annualmente per i tempi determinati. Il resto del Fvg ne avrà vantaggio. La legge nazionale imponeva non più del 40% di assunzioni rispetto all’anno precedente, quella regionale era più severa: solo il 20%, ma con le deroghe per educazione e welfare. Chi ha poco personale si troverà bene, meglio. Per noi assumere 10 anziché 7 è inconferente. I servizi restano scoperti lo stesso, visti gli organici necessari».

Non si poteva accogliere l’emendamento triestino, ha spiegato Serracchiani, perché avrebbe stravolto il testo approvato dalle Autonomie locali. Ma a quella riunione i triestini c’erano. E dunque? Trieste è in una situazione appunto così “particolare” che la Giunta sceglie la strada tecnica della proposta di aula e non licenzia di suo un testo che metterebbe normativamente a rischio tutto il resto del territorio. Il governo approva o no una legge che parla ancora di deroghe, quelle bocciate dalla Corte costituzionale?

«Speriamo di avere il sostegno dei sindacati che incontriamo lunedì - dice Treu -, l’emendamento consiliare? Fisserà una data certa in cui indire i concorsi. Nel frattempo speriamo di poter rinnovare i precari». Treu con la collega Grim ha convocato una riunione coi dipendenti di nidi e materne per mercoledì alle 18 al Palatrieste, e coi dipendenti dei ricreatori al “Toti” per giovedì mattina: «Siamo solidali coi lavoratori e con i loro obiettivi». Vedremo l’aula.

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