Festa della sogliola nei piatti di Umago, Buie e Verteneglio

UMAGO. È inspiegabile e quasi incredibile che in tempi di crisi con il tenore di vita ridotto al lumicino, sia in aumento il numero dei visitatori delle sagre o delle feste gastronomiche lungo la...

UMAGO. È inspiegabile e quasi incredibile che in tempi di crisi con il tenore di vita ridotto al lumicino, sia in aumento il numero dei visitatori delle sagre o delle feste gastronomiche lungo la penisola istriana. E di anno in anno ne vengono inventate di nuove, visto l’attenzione del pubblico.

Mentre a Levade nel cuore del Bosco di San Marco sono in corso le Giornate del tartufo “Zigante” che sono state estese a ben 7 fine-settimane fino ai primi di novembre, più a ovest, precisamente nell’umaghese, si svolgono le Giornate della sogliola promosse dagli Enti di soggiorno del territorio. L’intenzione è quella di allungare la stagione turistica e di proporre a prezzi abbordabili anche ai visitatori locali, specialità a base di questo pregiato e delicato pesce bianco. Si dice che la sogliola unisca la costa croata e italiana dell’Adriatico. Ossia nasce in Istria, poi si sposta nella laguna di Venezia dove cresce e quindi ritorna sulla costa istriana per la riproduzione. All’iniziativa hanno aderito 18 ristoranti e trattorie di Umago, Buie, Cittanova e Verteneglio. Vediamo un menù “tipo”: carpaccio di sogliola, zuppa esotica alla sogliola, “pljukanci“ (pasta casereccia) con pezzetini di sogliola in nido di alghe, filetto di sogliola in salsa di finocchi e dolce di giornata con grappa al prezzo di 33 euro, incluso il vino della casa. Come ha spiegato la titolare del ristorante “Porto Salvore” Anka Janko, i clienti arrivano anche dalla vicina Slovenia, dall’Italia e perfino dall’Austria.

Ad Antignana, nel cuore dell'Istria, è calato il sipario sul settimo Festival istriano del prosciutto, cui hanno preso parte 33 espositori anche di Italia, Spagna, Austria, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Ebbene in due giorni di apertura, i visitatori sono stati oltre 20.000 che hanno mangiato sul posto 5,5 tonnellate del prelibato “violino”, equivalenti a circa 700 pezzi, ben 200 in più rispetto alla scorsa edizione. Il titolo di campione del festival è andato a Paolo Jelenic di San Pietro in Selve vicino a Pisino e a Jakov Lovric di Segna in Dalmazia. Il prosciutto più grande, un “mostro” di 18 chilogrammi, è arrivato dall'Erzegovina. Quest’anno il paese partner del festival era l’Italia. (p.r.)

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