Fincantieri, dai soci il via libera alla quotazione in Borsa

L’assemblea, riunita in seduta straordinaria, vara anche un aumento di capitale «fino a 600 milioni di euro» e la modifica dello statuto
Foto BRUNI TRieste 30.11.2011 Palazzo Fincantieri -Marineria:dipendenti in pausa
Foto BRUNI TRieste 30.11.2011 Palazzo Fincantieri -Marineria:dipendenti in pausa

Fincantieri fa rotta verso Piazza Affari e sarà una delle dieci, possibili matricole dei primi sei mesi 2014. La manovra inaugurale, con il sì dell’assemblea pronunciato ieri mattina nella sede della corporate a Trieste, è stata compiuta. Assemblea dove i colpi di scena erano perlomeno improbabili, dal momento che il 99,3% delle azioni sono in possesso di Fintecna, a sua volta interamente controllata da Cassa depositi e prestiti (Cdp) dove il Tesoro comanda con l’80%.
E infatti il verdetto assembleare, come da canovaccio, ha ricalcato in modo pedissequo l’avviso di convocazione apparso sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile. L’assise societaria, in sede ordinaria, ha approvato il progetto di ammissione a quotazione in Borsa e il relativo regolamento assembleare. In sede straordinaria è stato deliberato un aumento di capitale fino a 600 milioni «in via scindibile ed a pagamento, con esclusione del diritto di opzione», aumento quindi gestibile in più tranche.
Un comunicato comunque “storico” quello diffuso nel pomeriggio, dopo essere transitato anche per la Borsa lussemburghese dove è quotato il “bond” emesso da Fincantieri nello scorso autunno. Comunicato che apre con i crismi dell’ufficialità il gruppo all’apporto di risorsa privata.
Secondo quanto riferito dall’azienda, il prossimo passo sarà il deposito del prospetto presso la Consob, che avvierà l’istruttoria per l’ammissione. In teoria l’authority avrebbe a disposizione un paio di mesi per l’esame della domanda, ma è assai probabile che i tempi si contraggano sensibilmente, consentendo a Fincantieri di compiere nella prima parte di giugno il classico road show sulle principali piazze finanziarie, per presentarsi agli investitori internazionali. Ottenuto il via libera da Consob, espletato il contatto istituzionale con il mondo della finanza, verso la fine di giugno dovrebbe avvenire l’ingresso a palazzo Mezzanotte. Coronando così un lungo inseguimento, iniziato nel 2007, al tempo del governo Prodi, quando il dossier della privatizzazione era seguito da un giovane sottosegretario di nome Enrico Letta. Allora la Fiom, appoggiata da Rifondazione Comunista, si mise di traverso e il primo tentativo venne archiviato.
L’assemblea di ieri non ha chiarito, nè tantomeno doveva farlo, alcuni aspetti-chiave dell’operazione. Tanto per cominciare, a quanto esattamente ammonterà la quota a disposizione dei capitali privati. Una decisione di spettanza governativa, che potrebbe essere assunta dopo il disco verde di Consob. Ricordando che il capitale sociale di Fincantieri è di 633 milioni 480 mila euro: il controllo resterà pubblico, ma di quanto?
Sarà invece il mercato a “pesare” il valore economico del gruppo navalmeccanico. Intanto l’équipe della Bocconi, che si occupa di privatizzazioni, ha finalmente aggiornato i numeri collegati ai suoi criteri valutativi: moltiplicato 5 volte il margine operativo lordo e somma/sottrazione della posizione finanziaria netta. Salta fuori la cifra di 1,3 miliardi, del tutto indicativa. Circa una settimana fa Giuseppe Bono, che adesso siede anche nel cda del Fondo strategico italiano (Cdp), ha illustrato l’azienda agli analisti finanziari: vedremo con quali risultati.

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