Fincantieri in Borsa, il governo va avanti

Primo confronto a Palazzo Chigi con Letta fra i sindacati e i vertici del gruppo triestino: Uilm e Fim favorevoli alla quotazione, la Fiom contro. Il prossimo incontro è fissato per il 21 giugno con l’obiettivo di «colmare le distanze». «Garanzie sull’occupazione». Nuovo ordine da Carnival per una super-nave
TRIESTE Il governo è deciso sulla quotazione in Borsa di Fincantieri, l’avvio della «procedura tecnica» è ormai questione di poco, ma insiste sulla necessità che ci sia «il massimo del consenso sociale» sull’operazione che, grazie agli investimenti previsti dal piano industriale, dovrebbe consentire al colosso della cantieristica (pur restando sotto il controllo pubblico) di navigare con un ruolo da protagonista sullo scenario globale. Ieri l’ennesima riunione a palazzo Chigi tra governo, sindacati e azienda doveva porre la parola fine sul progetto di quotazione, ma è pesata ancora una volta la contrarietà della Fiom-Cgil e l’esecutivo, presente con il sottosegretario alla presidenza, Enrico Letta, ha deciso di organizzare un altro appuntamento. Il prossimo incontro è fissato per il 21 giugno e lo stesso Letta ha avvertito che l’obiettivo è «colmare le distanze».


Una giornata molto densa quella di ieri, caratterizzata da alcune proteste (proclamate manifestazioni e scioperi) oltre che dal fronte sindacale (il coordinatore della cantieristica per la Fiom, Sandro Bianchi ha ribadito il suo fermo no alla quotazione ma lo ha fatto pure l’Ugl) anche da quello politico con la pronuncia di un secco no del senatore del Pdci, Dino Tibaldi: «la quotazione in Borsa rappresenta l’avvio di una privatizzazione scellerata», ha detto. E proprio ieri, mentre a palazzo Chigi si parlava del futuro della Fincantieri, è arrivata la notizia di una nuova commessa. Il Gruppo Carnival infatti ha ordinato a Fincantieri, esercitando un'opzione, una nuova nave da crociera da 86.000 tonnellate di stazza lorda, del valore di 425 milioni di euro, destinata al brand Holland America Line. La nave, che sarà realizzata nel cantiere di Marghera con consegna prevista nell'autunno 2010, sarà dotata di 1.050 cabine e potrà ospitare fino a 2.100 passeggeri. Con la gemella «Eurodam», attualmente in costruzione nel medesimo stabilimento e destinata a entrare in servizio nell'estate 2008, sarà l'ammiraglia della flotta. «È un'ulteriore conferma della leadership raggiunta da Fincantieri e delle sue capacità di svilupparsi e di crescere» ha commentato l'amministratore Delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono.


Dal 1990 a oggi Fincantieri ha consegnato 41 navi da crociera, 39 per il Gruppo Carnival. Con l’ordine per la nuova unità sono 12 le navi attualmente in costruzione o di prossima realizzazione per i sei principali marchi del gruppo negli stabilimenti di Monfalcone, Marghera e Sestri Ponente. Completano il portafoglio ordini di Fincantieri nel comparto crocieristico altre 3 navi extra-lusso di media dimensione che saranno realizzate entro il 2011 per altri armatori. Queste 56 navi hanno assicurato a Fincantieri ricavi per un controvalore ai giorni nostri di oltre 22 miliardi di dollari.


C’era anche Bono all’incontro a Roma coordinato dal sottosegretario Letta, accanto il rappresentante di Fintecna (azionista di Fincantieri) e poi si sindacati, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Per il governo c’erano il vice-ministro ai Trasporti, Cesare De Piccoli, il sottosegretario all’Economia Massino Tononi e il capo del Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali, Francesco Boccia.


Cinque le priorità su cui è incentrata la strategia del governo che sulla quotazione non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro: supporto per il rilancio di Fincantieri nel processo di internazionalizzazione , mantenimento del 51% della società in mano pubblica, completa garanzia dei livelli occupazionali (previsto un aumento di almeno 250 unità), esclusione di qualsiasi delocalizzazione di attività industriali attualmente svolte nei cantieri nazionali e, ultima, il riutilizzo delle risorse che arrivano dalla quotazione per investimenti in Fincantieri. Cinque punti che non sono bastati a convincere la Fiom e in particolare il responsabile della cantieristica, Sandro Bianchi che a fine vertice ha riferito: «Se non si modificano i punti essenziali di questa operazione, a partire dall’idea del collocamento in borsa, manterremo il nostro dissenso»


Fim Cisl e Uil invece ieri hanno ribadito il loro sì alla quotazione (visto il mantenimento del 51% in mano pubblica) e anzi, hanno invitato il governo a prendere une decisione «perchè ulteriori ritardi potrebbero pregiudicare il futuro del gruppo».
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