Fincantieri, scontro sul lavoro flessibile

Incontri con i sindacati nella fase decisiva. Fiom: «Posizioni distanti». L’azienda: «Andremo avanti da soli»
Di Giulio Garau
Altran Mf,Finca-cerimonia 1°blocco
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Il cantiere di Monfalcone è arrivato per ultimo ad affrontare l’accordo di lavoro sulla flessibilità e l’efficienza, meglio noto come accordo 6x6 (sei ore al giorno per sei giorni compreso il sabato mattina al posto del 5x8), della questione si sta discutendo in varie riunioni più o meno “carsiche” da un anno. Ma ora che è si è agli incontri decisivi, in un momento in cui Panzano è colmo di lavoro, la situazione rischia di diventare bollente.

Ieri il vertice tra azienda, Rsu interne (in precedenza ci sono stati incontri con l’Ugl), e le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm (c’erano rispettivamente i segretari Gianpiero Turus, Thomas Casotto e Luca Furlan), il clima ha inziato a surriscaldarsi. Non si è arrivati ad alcun accordo, le posizioni sono rimasti molto distanti (secondo la Fiom “inconciliabili”) e si è deciso di ridarsi appuntamento ai primi di luglio dopo una riflessione con le Rsu.

Fincantieri ha fatto sapere che «un anno per le discussioni e le trattative è un tempo più che sufficiente» e che dal 14 luglio procederà «come previsto dal contratto» applicando una nuova organizzazione di lavoro. I sindacati, in particolare la Fiom (Fim e Uilm hanno preferito non fare dichiarazioni) attraverso Casotto è stata esplicita: «Le posizioni per ora sono inconciliabili, i primi di luglio contiamo di incontrarci nuovamente con l’azienda e continueremo a farlo con senso di responsabilità. Se Fincantieri vuole partire in maniera unilaterale, senza accordo, per noi la misura è colma e ci mobiliteremo con inziative e assemblee in cantiere».

Nessuna assimilazione tra Monfalcone e gli altri cantieri, il segretario della Fiom spiega che «negli altri cantieri hanno accettato l’accordo sotto il ricatto di non ricevere le commesse». Secondo Casotto l’accordo 6x6 «potrebbe essere accettato per un priodo di transizione» ma in realtà «peggiora la vita degli operai, soprattutto il sabato». Non basta: «la nuova organizzazione di lavoro non riduce gli appalti esterni, ma soltanto l’aumento».

Di tutt’altro tono la versione di Fincantieri che difende il 6x6. E spiega anche che «in realtà lo stesso contratto prevede nuove forme di organizzazione, non servirebbero contrattazioni, l’applicazione del 6x6 potrebbe essere fatta senza ulteriori accordi. Ma noi cerchiamo di farlo con i sindacati per offrire miglioramenti ai lavoratori». Tre gli obiettivi secondo l’azienda: far lavorare meno le persone incidendo meno nel rischio infortuni, migliorare la qualità della vita dei dipendenti, e aumentare la presenza in fabbrica del 12-13%. «Chi viene in cantiere alle 6 del mattino potrà andarsene alle 12 e stare con la famiglia e i figli - spiega Fincantieri - e chi arriva alle 12 andrà via alle 18 e potrà trascorrere la serata a casa. A chi desidere daremo anche il ticket della mensa, che ora il contratto non prevede, l’unica richiesta che facciamo è la presenza del sabato mattina. Ma dalle 12 ognuno può fare la sua vita. Ora si fanno otto ore, ma c’è la pausa pranzo e in realtà si fanno 36 ore ma ne vengono pagate 40». Più flessibilità, più efficienza: «Perchè gli armatori vogliono le navi sempre più belle e che costano sempre di meno, abbiamo preso un sacco di commesse grazie ai prezzi aggressivi ma bisogna mantenere l’economicità. Con l’accordo scomparirà quasi del tutto la cassintegrazione. Non vogliamo forzature, ma condividere un percorso. Siamo disposti ad aspettare ancora un po’, ma non è più possibile allungare i tempi all’infinito: dal 14 applicheremo il contratto che c’è già».

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