Fincantieri vara la flessibilità Rsu: stop agli straordinari

Immediata reazione dei sindacati alla decisione unilaterale dell’azienda Dal 14 luglio 140 dipendenti lavoreranno sei giorni alla settimana
Di Giuseppe Palladini
Bonaventura Monfalcone-18.05.2012 Visita segretario-Susanna Camusso-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-18.05.2012 Visita segretario-Susanna Camusso-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

S’inasprisce la vertenza sull’applicazione delle forme di flessibilità del lavoro (accordo 6x6, orario plurisettimanale) nello stabilimento Fincantieri di Panzano. Dopo l’incontro di mercoledì tra l’azienda, i segretari provinciali di Fim, Fion e Uilm, e le Rsu delle tre organizzazioni - alla fine le posizioni sono rimaste molto distanti - ieri mattina la direzione dello stabilimento ha convocato le Rsu e comunicato che l’applicazione del “6x6” scatterà il 14 luglio. Per inciso la divergenza fra le intenzioni dell’azienda e le richieste delle parti sindacali viene definita «siderale» dalle Rsu.

Nonostante mercoledì le parti abbiano individuato la data del 2 luglio per proseguire la trattativa, ieri l’azienda ha agito unilateralmente, comunicando appunto l’applicazione a breve del “6x6”. Immediata la reazione delle rappresentanza sindacali interne di Fim, Fiom e Uilm, che hanno subito proclamato lo sciopero degli straordinari.

Fra qualche settimana, dunque, come spiegano le Rsu in una nota, circa 140 persone saranno chiamate a lavorare per sei giorni alla settimana, su tre turni(6-12, 12-18, 18-24), «nell’area della nuova e vecchia panel line, della sabbiatrice, del salda profili, dei plasmi e della curvatura. Anche gli uffici che lavorano in collaborazione con queste aree del centro Mas - spiegano sempre le Rsu - come la manutenzione e il controllo di produzione, saranno assoggettati al nuovo orario».

Anche nell’area Pla (ufficio progettazione), aggiungono le rappresentanze sindacali interne, nonostante le richieste di ulteriori chiarimenti «non ci sono state risposte esaustive su carichi di lavoro dettagliati a giustificazione dell’applicazione dell’orario plurisettimanale e degli straordinari obbligatori».

Sciopero degli straordinari a parte, al momento non ci sono segnali di eventuali interruzioni della trattativa, il cui proseguimento è fissato come detto per il 2 luglio. Le Rsu di Fim, Fiom e Uilm lanciano però già ora un avvertimento, precisando che «non sono disposte a trattare sotto forzature di qualsiasi genere. Se l’azienda pensa di continuare con tali atteggiamenti, procedendo unilateralmente - affermano - ci riserviamo di attuare le mobilitazioni del caso».

Le Rsu concludono sottolineando che «aver preannunciato mobilitazioni in assemblea ha fatto accettare all’azienda una delle richieste dei lavoratori. A differenza di come indicato dal contratto nazionale, l’azienda pagherà le mezze ore di pausa mensa a fine turno. Saranno quindi utilizzati meno permessi annui retribuiti rispetto a quanto previsto».

Sulla complessa vertenza interviene intanto il segretario provinciale della Uilm, Luca Furlan, anche lui presente all’incontro di mercoledì scorso con l’azienda. Prendendo atto delle posizioni aziendali, Furlan esordisce affermando che «se c’è una frattura in ambito sindacale, questa riguarda altre organizzazioni, con le quali ci fa piacere Fincantieri si confronti. Come lavoratori dipendenti vorremmo comunque sapere le posizioni di questi altri sindacati».

Entrando nel merito della trattativa, il segretario provinciale della Uilm parla di «massima disponibilità a siglare un accordo se questo migliorerà il contratto nazionale in vigore. Comunque alla fine - annuncia - ci sarà un referendum con tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti al sindacato. Le organizzazioni disposte a siglare un accordo che sia migliorativo del contratto nazionale andranno appunto in assemblea, a spiegarlo e a farlo votare ai lavoratori».

Quanto alle dichiarazioni di Fincantieri secondo cui l’accordo migliorerà la vita dei dipendenti, Furlan dichiara di accogliere positivamente miglioramenti «sociali, familiari ed economici», rilevando però che accordi simili sono stati fatti da Fincantieri in altri stabilimenti, in funzione di carichi di lavoro e situazioni sociali diverse da cantiere a cantiere. «A Monfalcone - conclude - la situazione è ancora diversa. Bono ha dichiarato che ci cono cinque anni di crescita. Siamo disposti a siglare un accordo in funzione di questa prospettiva e con le regole del contratto nazionale migliorate».

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