Fincantieri verso la Borsa: interesse da Asia e Usa

Andrea Mayr (Banca Imi): «Buon riscontro da parte degli investitori esteri. Flottante intorno al 40%». Gorno Tempini (Cdp): «Tutto procede speditamente»
La Royal Princess costruita da Fincantieri a Monfalcone
La Royal Princess costruita da Fincantieri a Monfalcone

TRIESTE. «Procediamo speditamente»: Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, grande azionista attraverso Fintecna di Fincantieri, il colosso della cantieristica pronto allo sbarco in Borsa, segue con attenzione il road-show in vista della quotazione. I passaggi tecnici dell’iter verso Piazza Affari «andranno intensificati nelle prossime settimane», sottolinea. L’ultimo grande gruppo manifatturiero pubblico italiano, ancora interamente controllato dallo Stato, dovrebbe sbarcare a Piazza Affari nei primi giorni di luglio, il via libera della Consob è atteso per il 12 giugno, mentre il road show con gli investitori istituzionale partirà lunedì 16 giugno.

Come ha chiarito ieri Andrea Mayr, responsabile investment banking di Banca Imi, uno dei global coordinator dell’operazione, cresce l’attenzione sui mercati europei ed extra-europei: «Fincantieri è molto conosciuta a livello globale. Questa è la prima operazione che possiamo definire di privatizzazione italiana ed è importante che funzioni bene». Mayr parla dell’Asia, dove Fincantieri è presente con una importante controllata, e soprattutto della finanza Usa, molto ben presente in questo tipo di operazioni: «Tra retail e istituzionali ci aspettiamo che anche la componente italiana sia significativa». Peraltro Fincantieri ha già lanciato con successo un bond da 300 milioni ottenendo una buona accoglienza da parte dei grandi fondi stranieri.

Sul mercato dovrebbe essere collocato fino al 49,9% del capitale, e un quinto dell’offerta globale sarà riservata ai piccoli investitori e ai dipendenti del gruppo italiano che probabilmente beneficeranno anche della bonus share. Mayr ha chiarito che il flottante in Borsa di Fincantieri a seguito della prossima quotazione si aggirerà attorno al 40% del capitale e sicuramente «sarà significativo». Riguardo ai tempi dell’Ipo, l'esponente di Banca Imi ha spiegato a margine di un convegno di Standard & Poor’s che il mese di giugno sarà cruciale: «Stiamo incontrando gli investitori e alla fine della settimana faremo il punto. Sono state pubblicate le ricerche degli analisti e stiamo andando ad incontrare gli investitori».

Riguardo l’aumento di capitale di Fincantieri collegato all’Ipo, il responsabile investment banking di Banca Imi ha indicato una «cifra orientativa» di 600 milioni di euro e lo ha definito importante «perché l’azienda ha piani di sviluppo, quindi servono anche risorse fresche». «Ci sarà poi probabilmente anche una quota messa in vendita da Cdp che resterà comunque azionista di maggioranza di Fincantieri», ha aggiunto. Oltre a Banca Imi gli altri global coordinator della quotazione sono Jp Morgan, Morgan Stanley, Credit Suisse, Unicredit, Intesa Sanpaolo.

Per Fincantieri, definita dal premier Renzi il «simbolo del rinascimento industriale italiano», l’ultimo ordine importante è arrivato dalla controllata norvegese, Vard, leader mondiale nella progettazione e costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale, quotata a Singapore, che si è aggiudicata un ordine di oltre 120 milioni di euro per la costruzione di un'unità di supporto offshore per il cliente Island Offshore Group.

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