Fontane, firme contro la Regione
CERVIGNANO. Il popolo delle fontane è in rivolta. A breve partirà una petizione che i punta a raggiungere le 10mila firme.
La Regione, spiegano i rappresentanti dei comitati, sta infatti predisponendo il nuovo “Piano regionale tutela delle acque” che, all’articolo 50, dice che i pozzi artesiani per uso domestico non possono superare il limite di 0,1 litri al secondo, quale portata media giornaliera (significa una riduzione di circa il 90 per cento).
La quarta commissione regionale prefigura l’apposizione di dispositivi di regolazione del flusso, atti ad impedire l’esercizio a getto continuo, auspica che il limite medio giornaliero sia ridotto e propone l’installazione di contatori per monitorare l’effettivo consumo.
Queste misure, a detta dei comitati, «aprirebbero la strada alla chiusura dei pozzi artesiani per arrivare al completamento della rete di acquedotti nel territorio».
Giampaolo Chendi, del “Comitato di difesa delle fontane e delle falde acquifere del cervignanese e del sanvitese”, chiarisce: «L’articolo 50 del piano regionale prevede di far uscire una quantità pari a 0,1 litri al secondo. Nelle nostre fontane in pressione la portata deve essere superiore, perché altrimenti nelle falde c’è il rischio di insabbiamento o di “otturazione”. Risparmiare è giusto, ma questi valori non vanno bene. Le fontane rischiano di chiudersi da sole. L’acqua, in queste zone, è abbondante e non per questo dobbiamo sprecarla. Vogliamo solo, come comitati soggetti portatori di interessi, essere ascoltati dalla commissione ambiente della Regione».
Aggiunge Daniele Milocco: «Una riduzione del 90 per cento equivale a chiudere le fontane. L’acqua sarebbe talmente poca che non avrebbe senso mantenerle aperte. Risparmiare è giusto, ma non in questo modo. Al massimo si poteva ridurre del 50 per cento. Ci stiamo organizzando per raccogliere le firme al fine di mantenere una risorsa che tutti ci invidiano».
Il consigliere regionale Mauro Travanut ha sollecitato un immediato intervento dei sindaci. A giorni i primi cittadini incontreranno l’assessore regionale Sara Vito, per trovare una soluzione meno drastica. L’obiettivo sarà di contemperare le esigenze: non sprecare ma anche non colpire una tradizione radicata.
(e.m.)
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