“Fuori percorso” per capire come si vive in carrozzina

Disabili e non in sedia a rotelle da piazza Unità a piazza Venezia e ritorno: tra i partecipanti con Pino Roveredo il direttore dell’Ass1 Nicola Delli Quadri
Lasorte Trieste 05/06/14 - Piazza Unità, Cavana, Iniziativa Disabili Pino Roveredo
Lasorte Trieste 05/06/14 - Piazza Unità, Cavana, Iniziativa Disabili Pino Roveredo

Se sei abituato a muoverti su due gambe non ti rendi conto di quanti gradini e buche ci siano in città. Non fai caso alle auto parcheggiate sopra il marciapiede, che ostruiscono il passaggio. Non ti chiedi se il locale dove ti fermerai per una pausa abbia o meno un bagno che tu possa utilizzare. E non ti preoccupi se il parcheggio che hai trovato è distante dal luogo che intendi raggiungere. Ma basta un giorno, anzi una passeggiata, in sedia a rotelle per rendersi conto che per una persona con disabilità tutti questi elementi, che chi si regge sulle proprie gambe ignora, costituiscono invece degli ostacoli. Le persone costrette a un’esistenza in sedia a rotelle vivono in un mondo che non è stato pensato per loro e che con la disabilità non ha grande confidenza. Nasce da questo assunto la manifestazione “Fuori percorso”, che ieri ha proposto alla cittadinanza un insolito tour della città su quattro ruote, quelle della carrozzina per disabili, da piazza Unità a piazza Venezia.

A ideare l’iniziativa è stato un affiatatissimo gruppo di persone con disabilità, che sta lavorando da mesi al progetto Scritture mal-educate, promosso dalla Cooperativa Reset insieme all’Ass 1 Triestina e a Trieste Abile, sotto la guida di Pino Roveredo. Un progetto che ha portato a “Fuori percorso” e che sfocerà in uno spettacolo teatrale.

In piazza Unità ieri si è riunito un bel gruppetto, anche se non molto numeroso: assieme alle persone con disabilità, operatori e amici che hanno scelto una delle carrozzine messe a disposizione dall’Azienda sanitaria per provare cosa significhi viaggiare in sedia a rotelle. L’ha fatto anche il direttore dell’Ass, Nicola Delli Quadri, così come lo stesso Roveredo. «Significa prima di tutto essere abituati a guardare costantemente a terra», racconta Andreina, che abita a Borgo San Sergio e confessa di essere stata in piazza Unità soltanto un’altra volta quest’anno. Le piacerebbe andare a teatro, vedere la Barcolana, magari il Carnevale, ma finora non ci è mai riuscita, perché i posteggi per i disabili sembrano essere sempre molti meno rispetto alle reali necessità di questa città. E poi ci sono i negozi con gli scalini, dice Ornella, dove entrare è un’impresa. Il servizio taxi messo a disposizione dalla Provincia si può usare solo fino a 65 anni, perciò c’è chi, come Luisa, resta tagliata fuori.

Cristiano Stea, neuropsicologo del Distretto 4, lavora con persone disabili da un ventennio e racconta come nel tempo si sia creata un’unità sempre più attenta alla disabilità, con progetti individualizzati per dare una sempre maggiore autonomia. «Facendo terapia con queste persone – spiega – ho scoperto negli anni l’incredibile mondo interiore che appartiene a tanti di loro. Così li ho invitati a scrivere, a raccontarsi e ne sono usciti dei testi che ora abbiamo deciso di proporre sotto forma di spettacolo teatrale». Così dopo “Fuori percorso” sarà la volta di “Fuori controllo”, in calendario l’11 giugno alle 18 nell’auditorium del Museo Revoltella.

Giulia Basso

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