FVG, LA REALTA’ IGNORATA

Nell'interpretazione del voto di domenica scorsa il centrosinistra regionale può incorrere in tre errori. A) imputare la totale responsabilità del misero risultato al governo Prodi e alle difficoltà che sta incontrando il centrosinistra a livello nazionale.


B) sottovalutarne la portata ricorrendo a giustificazioni più o meno consolatorie.


C) chiamare in causa una non meglio specificata antipolitica, sulla base dell'assunto un po' bizzarro che l'elettorato quando vota per i partiti di sinistra esprime una coscienza politica, mentre quando vota per la destra esprime una cultura antipolitica. Limitandosi a tali valutazioni-giustificazioni e non apprezzando le cause specificamente locali, rischia di compromettere l'esito delle elezioni regionali dell'anno prossimo.


Si è già avuto modo di sottolineare quanto comportamenti incomprensibili dei partiti del centro sinistra abbiano contribuito al successo del centro destra a Gorizia. Al di là dei problemi interni ai partiti e delle relazioni fra i partiti, ci sono dinamiche sociali locali e riflessi della politica regionale che andrebbero considerate con più attenzione, abbandonando la rappresentazione forse troppo idilliaca che ne viene data, e assumendo la percezione e il vissuto dei piccoli e piccolissimi imprenditori, dei giovani, dei poveri, dei cittadini normali.


L'ipotesi è che continuando a sostenere che qui tutto va bene, tutti stanno bene, nel confronto con qualsiasi altra regione d'Italia e d'Europa il Fvg primeggia in tutti i campi, e non accettando alcuna critica, si perde il contatto con la realtà, la si trasfigura per adeguarla alla propria definizione, e non si colgono le tensioni e le insoddisfazioni che attraversano la società regionale. Queste sono spesso sotterranee e si esprimono prevalentemente nelle comunicazioni interpersonali, nel passa parola, anche perché non riescono a sovrastare l'assordante e continuo coro di soddisfazione; ma per questo sono più pericolose. Sul piano elettorale, per esempio, danno luogo a risultati non previsti dagli esperti e non rilevati dai sondaggi.


Come il successo della Lega: data per spacciata, ha raddoppiato i voti rispetto alle politiche dell'anno scorso, senza che nessuno se ne accorgesse. Un rapido elenco dei problemi ufficialmente ignorati o sottovalutati comprende il disagio del lavoro giovanile, l'insofferenza di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, l'insoddisfazione per i servizi sanitari, il crescere del numero dei poveri. Molti giovani svolgono attività solo saltuarie, ricevono salari miseri (laureati che a quasi trent'anni percepiscono poche centinaia di euro mensili), hanno scarse opportunità di crescere attraverso il lavoro, dipendono dalle famiglie.


E si sentono come presi in giro da rappresentazioni compiaciute del mercato del lavoro (per esempio i 35.000 nuovi posti di lavoro tanto enfatizzati nei giorni scorsi). Molti lavoratori autonomi e piccoli imprenditori sono al limite della sopportazione. La scelta della Regione di abbandonare la politica degli interventi a pioggia per concentrarli su progetti di ampia scala, per come è stata attuata, viene percepita come un modo per beneficiare pochissimi privilegiati senza che si abbia una ricaduta sui settori produttivi e sul sistema delle imprese nel loro complesso. Per le prestazioni sanitarie, confrontare i tempi di attesa ufficiali, di cui si esalta il continuo contenimento, con le esperienze personali diventa fonte di profondo disappunto.


Si potrebbe continuare con altri esempi, non per negare l'evidenza, e cioè che in Fvg la qualità della vita è di buon livello, ma per ricordare che imporre una rappresentazione della realtà lontana dal vissuto concreto della gente fa arrabbiare e fa sentire frustrati e marginali. Spinge, cioè, a reagire. Il voto di domenica dovrebbe costituire per i partiti del centro sinistra, ma anche per Illy, un forte avvertimento. A Manzano il centro sinistra è sceso al 17,2% (Illy aveva ottenuto il 32,8% dei voti).


A Maniago, nonostante i pesanti sostegni al candidato del centro sinistra, ha vinto il centro destra con il 54,1%. A Cervignano il centro sinistra ha conservato il sindaco con il 51,7%; nelle regionali del 2003 Illy aveva preso il 62,8% dei voti. Basterebbe uscire dal cortocircuito in cui è caduta la classe dirigente (tutta) di questa regione per rendersi conto che c'è gente che vive una situazione diversa da quella immaginata.

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