Galleria Foraggi, i soldi c’erano già nel 2008

La Regione aveva dirottato sul Comune di Trieste una posta di 5 milioni ma la giunta Dipiazza non diede mai il via ai lavori
Foto Bruni 23.10.13 Galleria Piazza Foraggi
Foto Bruni 23.10.13 Galleria Piazza Foraggi

La galleria di piazza Foraggi torna a diventare un caso politico. Quasi un giallo. Perché i soldi per la ristrutturazione, quantificata in 9 milioni di euro, c'erano già nel 2008. Cinque milioni li aveva concessi la Regione in Finanziaria. I documenti lo dimostrano. Altri sarebbero arrivati dallo Stato (3 milioni e 570 mila) e anche il Comune era pronto a fare la sua parte con un milione e mezzo. All’epoca le risorse non mancavano: con il contributo del Consiglio regionale, la fetta più grossa, si poteva almeno partire. Ora invece ci sono i vincoli del Patto di stabilità a bloccare le casse del Municipio.

Perché quindi quando ce n’era la possibilità i cantieri non sono stati avviati? Oggi si scopre che l’allora maggioranza di centrodestra che sosteneva Roberto Dipiazza avrebbe preferito mettere il progetto nel cassetto per evitare contraccolpi alle elezioni: spaccare in due la città e creare disagi inimmaginabili per il traffico non sarebbe stato conveniente in campagna elettorale. Con la gara d'appalto e tutto l'iter burocratico, infatti, si sarebbe finiti proprio a ridosso del 2011. Si sa poi come sono andate le elezioni. Ma la pioggia di calcinacci dello scorso mese, i buchi sull'asfalto, le perdite d'acqua e la segnaletica semi-abbandonata lungo il marciapiede riportano a galla le scelte di qualche anno fa. Vale la pena ricostruirle, partendo dai finanziamenti che il Comune aveva chiesto e ottenuto da mamma Regione.

Tutto inizia nel 2007, l’ultima manovra del governo Illy. Al comma 71, articolo 3 della norma, si legge che l’amministrazione «è autorizzata a concedere ai Comuni (del Fvg, ndr) contributi annui costanti per 10 anni (...) per il risanamento strutturale di gallerie urbane» per un totale di 5 milioni di euro. Sono 500 mila all’anno, dal 2009 al 2018. Un fondo esteso a tutta la regione. Ma ecco la mossa. L’anno dopo vince Renzo Tondo e il Pdl triestino è fortissimo: Camber, Bucci, Marini, Tononi, con in giunta Sandra Savino alle Finanze e, prima dello strappo bandelliano, Alessia Rosolen al Lavoro. È talmente forte, il Pdl, che nella Finanziaria del 2008, la prima del governatore carnico, ce la fa a dirottare tutto sul capoluogo. Testuale: «Le parole “ai Comuni” sono sostituite con “al Comune di Trieste”», precisa il nuovo provvedimento. È la prova che le risorse erano pronte. Il pressing per ottenerle era arrivato dal Municipio.

Ma poi il nulla, fino ai calcinacci delle scorse settimane. Nel centrodestra si racconta che la richiesta di fermare il progetto sia arrivata dall’ex leghista Maurizio Ferrara e che Dipiazza avrebbe accettato anche per tenere salda la maggioranza. Era il 2009, Franco Bandelli se ne era andato sbattendo la porta e creando un gruppo autonomo: i numeri ormai erano risicati e l’avere contro il Carroccio era rischioso. L’ex leghista smentisce: «Magari avessi avuto tutto quel potere...». L’ex sindaco si era tenuto i Lavori pubblici in precedenza in capo al fondatore di Un’Altra Trieste.

È proprio Bandelli oggi a dare la sua versione, che conferma il quadro: «Non è che ora che mi sono riconciliato con Roberto dimentico cosa accadde», premette. «Quando lasciai la giunta il progetto era esecutivo, i soldi c’erano e si poteva andare a gara. Cinque milioni li aveva messi la Regione, altri erano stati stanziati dallo Stato grazie a un concorso sulla vivibilità proposto dal ministero dell’Ambiente e il resto lo avrebbe assegnato il Comune. Io intendevo partire con il primo lotto ma - rivela - da quanto ho saputo, Dipiazza che ha preso la mia delega ai lavori pubblici ha voluto approfondire il progetto e riformularlo secondo le sue esigenze. Poi credo abbia vinto la faccia peggiore della politica». E dire che le intenzioni, prima dei ragionamenti elettorali, c’erano tutte: la giunta aveva già immaginato un piano di viabilità alternativo. Il 12 giugno 2008 l’ex sindaco, in un sopralluogo sulla Grande viabilità in via di ultimazione, dichiarava: «Adesso ci dedicheremo a piazza Foraggi...». Parole, anzi, calcinacci.

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