Giornata alla Cona rifugio invernale di oltre 2mila oche

Festa speciale oggi alla Riserva naturale: all’imbrunire si potrà assistere al loro ritorno nel “dormitorio notturno”
Di Ciro Vitiello

STARANZANO. Festa speciale oggi per appassionati e famiglie alla Cona, dove si celebra il “Giorno dell’Oca selvaggia” dedicato appunto alle oche che, specie in inverno, frequentano numerose la Riserva naturale Foce Isonzo. L’iniziativa è organizzata dalla Cooperativa Rogos in collaborazione della Sbic, la Stazione Biologica. Il programma è molto variegato. Dalle 6 in poi chi lo desidera può assistere al “risveglio della Cona” con una gita in compagnia della naturalista Nicoletta Perco che parte dal centro visite. Alle 11 incontro dedicato ai visitatori che, in forma volontaria, volessero collaborare con i rilevamenti faunistici in campo ambientale, in compagnia degli operatori Matteo De Luca, Silvano Candotto e Fabio Perco. La cooperativa Rogos, che ha la gestione materiale della Riserva, propone poi varie degustazioni. Nel pomeriggio sono previste visite guidate per l’osservazione della fauna. Verso le 17 ci sarà una breve escursione all’osservatorio della Marinetta per assistere al ritorno in massa delle numerosissime e chiassose oche al “dormitorio notturno” della Cona. Forse 2.300 in tutto, se si includono anche le “oche grigie”.

«La stagione è quella ideale – spiega con dovizia di particolari il presidente della Sbic, Fabio Perco – perché sono presenti più di 2mila oche “lombardelle” provenienti dalle aree nordiche dell’Europa, ma forse anche da zone poste al di là dei Monti Urali, in Siberia. Questa ipotesi è avvalorata dalla presenza verificata all’interno del grande stormo anche di un singolo esemplare di Oca “collorosso” (Branta ruficollis), già a suo tempo segnalato. Si tratta – aggiunge - di una specie molto rara in Europa la cui intera popolazione nidificante a livello mondiale, è concentrata nella penisola di Taimyr, nella Siberia occidentale. Le oche “collorosso”, solo qualche soggetto nelle nostre aree, sono da ritenersi importanti a livello mondiale. La loro popolazione sembra non superare gli 80mila esemplari che, per trascorrere l’inverno, migrano verso le coste meridionali del mar Caspio e, in zone più prossime all’occidente, nel Mar Nero, fino alle vaste pianure allagate ungheresi». Silvano Candotto, operatore della Sbic, ha individuato anche un soggetto della quasi altrettanto rara (in Europa) “Oca lombardella minore”, una specie assai difficile da identificare in natura. La presenza di queste due rare specie e di parecchie altre di uccelli, rende la Cona e dintorni di valore internazionale. A breve verrà anche ratificato un decreto ministeriale che inserirà la Riserva ufficialmente tra le “zone Ramsar”, vale a dire le “aree umide di importanza internazionale anche per la conservazione degli uccelli acquatici migratori”. Fitto il lavoro in questo periodo della Sbic. È stato rilevato un notevole numero di anatidi, tra cui spiccano oltre ai comunissimi “germani reali” le “alzavole” (Anas crecca) e i “mestoloni” (Anas clypeata). Oltre all’attrazione dei cavalli “Camargue”, di sera tardi o al mattino molto presto sono stati individuati 9 esemplari di Gru, non facili da osservare in quanto durante il giorno questi uccelli si spostano nelle aree circostanti. Poi la presenza di un’altra specie rara, l’Avocetta, di cui il 5 febbraio c’erano 2 soggetti nei ripristini tra il bar e la Marinetta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo