«Giustizia e umiltà il suo credo»
«Papà mette in relazione complementare i termini “giustizia” e “umiltà”, ma a me viene spontaneo metterli in relazione con l’autore, che è mio padre, e colui che mi ha insegnato l’abc della professione e non solo l’abc». È uno stralcio dell’intervento di Francesca Ginaldi, in occasione della presentazione del libro del padre Alealdo, “Giustizia e umiltà”, presentato in Biblioteca, nell’ambito del “Giovedì del libro”. L’opera è un viaggio nel sistema giudiziario italiano, ma anche un viaggio nella coscienza degli interpreti di questo sistema. L’avvocato Paola Ginaldi aveva affrontato alcune riflessioni di carattere personale e familiare. «Per me - aveva spiegato - famiglia vuol dire anche studio, dove ho trascorso gran parte del mio tempo, da 30 anni con il papà. Papà mi ha insegnato che la Giustizia con la “G” maiuscola è solo un mito, in realtà è soluzione delle controversie, il più civile possibile». E ancora: «Ho imparato che nella Giustizia e nei giudici dobbiamo avere fiducia, che dalle persone che ci si affidano, dagli avversari, dai giudici, abbiamo sempre qualcosa da imparare». Altro passaggio: «In studio ho imparato che devo essere anche umile nell’approccio ai problemi, che si tratti di un recupero credito, di uno sfratto, di un ricorso in Cassazione, o di sollevare una questione di legittimità costituzionale. Sempre bisogna accostarsi con umiltà, perchè solo così tutelo l’interesse delle persone che mi si affidano».
La sorella Francesca aveva da parte sua osservato: «L’umiltà è la condizione di chi alla terra, e quindi alla sostanza, e quindi alla realtà, si attiene: direi che è una capacità. È la capacità di attenersi alla realtà, a vederla come è, a non alterarla con enfatizzazioni - positive o negative - ma comunque soggettive. Ecco, papà ha questa capacità».
Riproduzione riservata © Il Piccolo








