Gradisca, benzinai costretti a chiudere “per legge”

Rimasti solo 2 dei 5 impianti anche a causa della normativa regionale che ha inserito il Gradiscano in una fascia di sconti penalizzante rispetto al resto dell’Isontino
Bumbaca Gorizia 11.02.2016 Gradisca, ex benzinaio © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.02.2016 Gradisca, ex benzinaio © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. C'era una volta la cittadina dei distributori di benzina. Stiamo parlando di Gradisca d'Isonzo, centro che – vuoi per le sue dimensioni, vuoi per la sua posizione baricentrica - sino a qualche anno fa ospitava sul proprio territorio qualcosa come cinque punti vendita di carburante. Oggi sono più che dimezzati: ne resistono solamente due. E, come ben sappiamo, sono costretti a tenere duro, soffocati da un lato dalla concorrenza estremamente difficile della vicina Slovenia, e dall'altro anche dalla cervellotica legislazione nostrana. Eh si, perché per Gradisca la beffa è pure doppia: se i colleghi goriziani si chiedono che fine abbiano fatto la famosa “fascia zero” e l’equiparazione dei prezzi con la Slovenia, i loro colleghi gradiscani devono pure fare i conti con un'ulteriore penalizzazione. Per le normative regionali Gradisca d’Isonzo (così come Mariano del Friuli, Moraro e Farra) continua ad essere inserita – a differenza di tutti gli altri comuni della Destra Isonzo – neppure in fascia 1, ma in seconda fascia di contributo. Significa in pratica che per i residenti in quei quattro Comuni lo sconto sulla benzina regionale è più basso che resto della provincia. Un imprenditore o una compagnia petrolifera che ha sede a Gradisca vede così svantaggiato quello che in teoria dovrebbe essere il suo principale bacino d'utenza. E pensare che altri 7 comuni nell’estate 2010 hanno rischiato di fare la stessa fine, ovvero di non rientrare nella normativa regionale: fu un emendamento dell'allora consigliere Brussa ad inserirle in extremis. Ma niente da fare, come detto, per Gradisca, Farra, Mariano e Moraro.

Il motivo? Non rientrano nè nella direttiva Cee del ’75 per le cosiddette aree disagiate, nè nella macroarea di Obiettivo 2, l’escamotage che all’ultimo minuto aveva rimesso in corsa per il contributo 7 comuni goriziani, 1 in provincia di Trieste (Muggia) e 27 udinesi. La conseguenza, per Gradisca e gli altri comuni «non disagiati» (come se la crisi non fosse generalizzata e guardasse i confini al centimetro) oggi è grottesca: un cittadino residente in uno dei comuni di fascia “non disagiata” che si reca a fare benzina nel territorio comunale di Sagrado, appena poche centinaia di metri oltre la Fortezza, trova alla stazione di servizio uno sconto di 21 centesimi al litro per la verde e 14 centesimi al litro per il gasolio; a casa propria, poche centinaia di metri più in là, per un gradiscano l’incentivo è di appena 14 centesimi/litro per la benzina e 9 centesimi per il gasolio.

Sulla questione si battè a lungo anche la precedente giunta comunale guidata da Franco Tommasini, ma la situazione non si è più modificata. E allora, tutti in Slovenia. O quasi. I due distributori gradiscani sopravvissuti si danno da fare per specializzare la propria proposta: lungo viale Trieste, il punto carburante della Q8 propone anche noleggio di furgoni e altri servizi, cariche per le bombole del gas, vendita di accessori per l'automobile. Il KV di via Palmanova, quasi ai confini con Villesse, sulla 351, propone un apprezzato servizio bar. È il segno dei tempi che cambiano. In un decennio hanno chiuso i battenti a Gradisca i distributori IP ed Esso di piazza Unità d'Italia – anche perchè per le normative non potevano piu' stare in centro senza determinati adeguamenti – e il punto vendita dell'Agip sulla 305, ai confini col comune di Mariano.

Luigi Murciano

Riproduzione riservata © Il Piccolo