Gradisca, cinque in corsa per la gestione del Cara

GRADISCA. Sono in tutto cinque le offerte pervenute alla Prefettura di Gorizia per la gestione del Cara di Gradisca d'Isonzo. A darne conferma ieri - giornata in cui scadevano i termini per la presentazione delle proposte economiche - è stato il viceprefetto vicario Antonino Gulletta. Per conoscere i nomi delle aziende concorrenti alla gara d'appalto, però, bisognerà attendere la prossima settimana: la prima seduta della commissione giudicatrice è stata rinviata per esigenze di ufficio di qualche giorno, ovvero a mercoledì 18 maggio alle 10. «In quella data si provvederà all'apertura delle buste» conferma Gulletta. Quel che è certo è che in queste settimane si sono susseguiti all'ex caserma Polonio i sopralluoghi di imprese del settore sociale e assistenziale apparentemente interessate alla gestione della struttura di assistenza per richiedenti asilo e di prima accoglienza. A quanto trapela, due differenti compagini della Croce rossa italiana, un'impresa della Bassa Friulana, ma anche alcune cooperative del Sud avrebbero effettuato una visita al Cara/Cda di Gradisca per valutare se presentare o meno un'offerta. E vi sarebbe anche un interesse d'Oltralpe, dalla Francia: avvenne anche alcuni anni fa, quando il colosso Gepsa pareva potersi aggiudicare la gara salvo poi vedersi revocare l'affidamento.
Appare pressoché scontato che anche l'attuale ente gestore, la coop Minerva di Savogna, abbia presentato una proposta economica per prolungare la propria gestione. Giova ricordare che la gara indetta dalla Prefettura prevede una durata della gestione solo pe run anno, per una "torta" da oltre 2 milioni e mezzo di euro. Il bando è redatto sulla base di una ricettività teorica di 202 ospiti e un costo al giorno per ospite di 35 euro. La durata della gestione non è più pluriennale, come in passato, quasi a lasciare una "scappatoia" alla Prefettura, in caso di gravi problemi gestionali come quelli che ai tempi della conduzione della coop trapanese "Connecting People" avevano portato all'apertura di due inchieste per truffa ai danni dello Stato e false fatturazioni. La capienza, poi, si riferisce al solo Cara: i 138 posti vengono portati a 202 ma non c'è traccia dei 200 posti attualmente garantiti anche dall'ex Cie visto che a Gradisca oggi sono accolti ancora circa 350 richiedenti asilo.
Tenuto fuori dalla gara, l'ex centro di detenzione amministrativa rimarrà "solo" una struttura d'emergenza in caso di necessità? «I posti disponibili per l'accoglienza al Cara di Gradisca sono stabiliti a livello governativo, non dalla Prefettura - spiega Gulletta - nel numero di 138 e sono stati incrementati del 10% in conformità a quanto disposto dal capitolato ministeriale per un totale di 152 posti. A questi vanno aggiunti i 50 posti previsti sempre a livello governativo per il centro di accoglienza (Cda)già individuato negli stessi locali di Gradisca». Quanto al trasferimento dei 200 esuberi all'ex Cie Gulletta ribadisce che lo stesso potrà essere disposto solo se verranno trovate soluzioni alternative che non è stato possibile individuare attraverso la specifica gara per la cosiddetta accoglienza diffusa indetta dalla Prefettura. Nel frattempo, sino al 31 luglio, il Cara e l'ex Cie (o chiamiamolo ormai il Cara-bis) continueranno a essere gestiti dalla coop isontina Minerva. L'affidamento all'azienda di Savogna, risalente allo scorso luglio, dopo la rottura del tormentato contratto tra la prefettura e il consorzio cooperativistico di Trapani Connecting People, è scaduto il 31 marzo. «La notizia di un possibile affidamento della gestione per un solo anno e per 202 ospiti circolava da qualche tempo - aveva commentato Michele Lampe di Fpl Uil -. Ma una gara impostata su queste cifre e su questa durata rischia di essere un boomerang per la sessantina di lavoratori attualmente impegnati. Ora attendiamo di conoscere i nomi e la natura giuridica delle aziende partecipanti. Certe onlus pagano i propri dipendenti con i voucher e questo potrebbe avere delle ripercussioni molto delicate sui lavoratori attuali. Vigileremo».
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