Gradisca, nasce il comitato per il salvare il Gasparini

GRADISCA. Fuoco incrociato per la salvezza del “Gasparini”. Mentre l'ultimo consiglio comunale della passata amministrazione gradiscana, quella guidata dall'ex sindaco Franco Tommasini, ha approvato a maggioranza un ordine del giorno che impegna il presidente della Provincia Enrico Gherghetta a intercedere con la Regione per un pronto reinserimento dell'Istituto nelle tabelle regionali di finanziamenti per la Cultura, la stessa Provincia muove i suoi primi passi per salvare il Centro medesimo.
Nasce infatti un comitato per il suo reinserimento fra gli Enti culturali di interesse regionale. A darne notizia è il consigliere provinciale Fabio Del Bello. Giova ricordare la vicenda. Il Centro Isontino diricerca e documentazione storica e sociale “Leopoldo Gasparini”, ente finalizzato allo studio della Storia del Novecento e collegato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione, è stato escluso dall’amministrazione regionale dagli elenchi degli enti culturali di interesse regionale per il 2014.
La decisione comporta di fatto l’impossibilità di proseguire l’attività oltre il 2015. Questo perché una organizzazione che opera 12 mesi all’anno e che ha alle spalle una struttura fissa (archivio, biblioteca, fototeca, redazione e segreteria) con spese fisse non più comprimibili, dopo svariati dimezzamenti dei contributi regionali, non può operare e pogrammare la propria attività senza sapere ad inizio anno di quali e quanti finanziamenti potrà disporre.
I bandi a progetto che la Regione varerà sicuramente durante l’anno possono forse consentire di pubblicare un libro e di presentarlo al pubblico, non di mantenere in vita una struttura come il Centro Gasparini per il quale numerosi storici e ricercatori italiani, sloveni e austriaci hanno scritto gratuitamente in virtù prestigio e della diffusione dell’attività editoriale che costituisce una ricca memoria storico-critica e un bagaglio culturale particolarmente significativo per l’Isontino in primo luogo e per la regione intera.
«L’attività del Centro – motiva Del Bello - non è mai stata inferiore a quella di altri istituti in tabella, minore è sempre stato invece il contributo regionale».
Dopo l’approvazione all’unanimità di un Ordine del giorno in Consiglio provinciale che impegna il presidente della Provincia e la Giunta provinciale a far riammettere il Centro di ricerca nelle tabelle regionali della Cultura, è in fase di costituzione un Comitato provinciale formato da varie personalità che hanno avviato una raccolta di firme finalizzata a garantire la permanenza delle attività e dei servizi garantiti dal Centro fin dal 1998: l’attività scientifica (67 volumi, due Dvd, sei mostre con allestimenti in varie regioni italiane, in Austria, in Slovenia, in Croazia, in Serbia); l’attività internazionale (ovvero le collaborazioni con l’Archivio di Stato della Slovenia, con il Museo nazionale sloveno di storia contemporanea, con l’Accademia delle Scienze slovena e con l’Università di Klagenfurt); l’attività di divulgazione (sessanta eventi all’anno); l’attività didattica e di educazione alla pace (con Istituzioni scolastiche di primo e di secondo grado delle Province di Udine e di Gorizia).
«Basta una semplice occhiata per smentire i criteri adottati dalla Regione. Ciò – conclude Del Bello - motiva ampiamente la richiesta di reinserimento del Centro di ricerca Gasparini tra gli snti culturali di interesse regionale per il 2015».
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