Gradisca omaggia il suo cantore Odorico

GRADISCA. La città di Gradisca onora la memoria di uno dei suoi più fieri e innamorati cantori, il maestro Pino Odorico. L'iniziativa è dell'associazione culturale Obiettivo Immagine, che ha organizzato una serata-omaggio al poeta, dal titolo "Pino Odorico: tra realtà e fantasia..." in programma venerdì 10 alle 18 al Caffè d'Arte Emopoli.
Le poesie di Odorico, tratte dall'antologia dedicatagli dal compianto scrittore Giorgio Germani, saranno lette da Bruno Tofful e Milvia Zuttion. Nato a Villesse nel 1892 e successivamente trasferitosi a Gradisca, Pino Odorico una volta compiuti gli studi magistrali e ottenuto il diploma iniziò subito ad insegnare presso la scuola elementare. Ma questa sua attività venne interrotta ben presto a seguito dello scoppio della Prima guerra mondiale, dove fu arruolato in un reggimento di fanteria ed inviato al fronte. Quelli erano anni duri, anni di sacrifici, di fame, di carestie, anni in cui anche gli spiriti più forti si piegavano. Ma Odorico si riprese da questa tragica situazione quando rientrò a Gradisca dove riprese la normale attività di insegnamento.
In quell'epoca di fermento nacque la Società Polisportiva Itala che riuniva tutte le forze giovanili della città e Odorico divenne fondatore e primo presidente della società. In questo periodo vengono scritti e composti brani musicali, commedie e poesie in lingua friulana dove il poeta racconta le bellezze e i fasti passati di Gradisca e del territorio. Successivamente alla Seconda guerra mondiale, riprendendo le sue ricerche e composizioni, Odorico scrisse le poesie più significative della sua produzione artistica e fu l'unico poeta locale che abbia saputo raccontare con efficacia gli aspetti della nostra friulanità isontina. La sua poesia è schietta poesia paesana gradiscana, veramente popolare per i suoi temi e i suoi ritmi. Muore il 21 gennaio 1955 a 63 anni compiuti e tutti vissuti intensamente. Lasciando un verso che al meglio sintetizza il suo amore per la cittadina della Fortezza: "O Signor, una prejera/ Vi farai nei ultins dis/ di lassami ca, a Gardis'cia/che rinunzi al Paradis!". (l.m.)
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