Grandi manovre in casa Pd Prove tecniche di ricucitura

I democratici ora fanno sul serio. Basta scontri, prove di forza, personalismi. È giunto il momento di ricompattare le truppe e avviare le grandi manovre, perché tra referendum e amministrative forse già a fine anno, l’orizzonte inizia a farsi, per usare le parole della segretaria di circolo Lucia Giurissa, «politicamente denso». Ed è un eufemismo. Sabato, nel quartier generale di viale Verdi, è stata convocata un’assemblea-fiume di tre ore, cui hanno preso parte i vertici di partito regionale con Antonella Grim e provinciale con Marco Rossi, al termine della quale il documento proposto dalla coordinatrice monfalconese è stato sottoscritto all’unanimità della quarantina di tesserati presenti, tra cui il sindaco Silvia Altran e l’ex Gianfranco Pizzolitto, oltre ai fusionisti Fabio Del Bello e Arturo Bertoli. Assente, ma solo per ragioni di tagli di nastro, il presidente provinciale Enrico Gherghetta, però ben a conoscenza dell’atto. Invece seduti tra le fila (ed è più d’un indizio di avvio di dialogo sulla fusione) Antonella Bolletti, segretaria del circolo staranzanese che di recente ha avviato una think-tank sui processi aggregativi, e alcuni piddini di Ronchi, ma non il coordinatore «per motivi personali».
I temi caldi
del territorio
In vista degli obiettivi elettorali, ha sottolineato Giurissa, i democratici «hanno urgenza di indicare con chiarezza e determinazione i temi più caldi per il nostro territorio, perché solo partendo da una visione organica e coerente si possono dare risposte alle necessità strategiche che da troppo tempo attendono sviluppi». Il coinvolgimento delle segreterie di Staranzano e Ronchi è un punto di partenza, dunque, e «segnala la volontà di condivisione di obiettivi indipendentemente dall’esito del referendum sulla fusione».
Prove interne
di ricucitura
Insomma, prove tecniche di ricucitura dopo gli innumerevoli strappi assestati a partire dalla scorsa estate. Un approccio che inevitabilmente considera la realtà di Monfalcone, Ronchi e Staranzano come un unicum, in particolare concentrando le forze sulla discussione, definita «di alto profilo e positiva» sia da Grim sia da Rossi, su tre temi essenziali: governance della portualità, riconversione della centrale con l’eliminazione del carbone e politiche di inclusione degli immigrati. Perché iniziando a discutere dai temi, si possono prospettare soluzioni in grado anche di tacitare quanti esprimono perplessità sulla fusione temendo il declino di un governo di prossimità. Questo almeno il pensiero in casa democratica. Tant’è che non si è sentito, nell’assemblea, parlare di Città Comune, bensì di Nuova città: espressione coniata dal Forum Economia del Pd per rimarcare l’inesistenza di qualsiasi velleità annessionistica, su cui qualcuno ha marciato.
La fusione
dei 3 Comuni
La segretaria regionale si è detta «naturalmente favorevole ai percorsi di fusione declinati nei territori in cui c’è questa disposizione», pur chiarendo che ogni posizione è legittima». Grim ha qui trovato «un circolo molto maturo che ha preparato un percorso programmatico intenso e ricco». Compito in generale del partito sarà, nel medio e lungo termine, «interpretare dove la dimensione dell’Uti è ottimale per un territorio, magari con sinergie tra aree diverse, o come applicare il piano delle fusioni». «L’Uti è il primo passaggio di integrazione dei territori - ha ribadito Grim - fermo restando che ogni processo non si crea dall’oggi al domani». Se la Regione, dunque, si conferma favorevole ad appoggiare processi fusionistici, Rossi ha messo le mani avanti: non ci sarà un’indicazione “provinciale” in vista del referendum. Per quanto lo riguarda «saranno i singoli circoli a dare indicazioni per il voto». Del resto «non siamo il Pci di 50 anni fa e dunque rispettiamo l’opinione di molti ronchesi che hanno manifestato preoccupazione». «Il Pd locale sostiene la fusione e lo ritiene uno strumento governativo corretto di fronte alle tre importanti sfide che ci poniamo - ha commentato -. Monfalcone ha tutte le carte in regola per assumere un ruolo importante nell’area del Basso Isontino: per quanto riguarda lo scalo, vanno senza dubbio accelerati gli iter». Va detto che anche per Grim «si è posta l’esigenza di avviare un processo di governance integrata, fino a Porto Nogaro: la grande occasione che ci dà la Del Rio, unita alla vocazione sempre più internazionale del porto triestino, giova anche all’infrastruttura monfalconese».
Il Pd cittadino:
sì al referendum
Concorde sulla fusione Giurissa: «Riteniamo si tratti di un’occasione da cogliere per aumentare il peso specifico di questo territorio e valorizzarne le potenzialità all’interno della legge Panontin». «Da più di vent’anni si sta discutendo della dimensione ottimale di governo di questa zona dell’Isontino - ha riflettuto - e non vorremmo che si sprecasse questo momento in tentennamenti e complessità burocratiche; l’auspicio è che il valore del progetto non venga offuscato dalla delicatezza del momento politico e che la data che verrà scelta per chiamare al voto referendario la cittadinanza dei tre comuni non si sovrapponga al dibattito delle prossime amministrative. In questo senso il Pd monfalconese fa appello a tutte le forze politiche cittadine perché sostengano il sì al referendum: un’occasione decisiva di progresso della comunità non può essere patrimonio di qualcuno ma di tutti. Inoltre, la Regione deve seguire con attenzione questo percorso immaginando sin d’ora tutti gli elementi di vantaggio economico, finanziario e istituzionale che si potranno avere».
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