“Grazie” della città ai frati che se ne vanno

«A voi fratelli francescani, grazie, grazie, grazie!». A queste parole pronunciate dall’arcivescovo, monsignor Dino De Antoni, è scattato l’applauso. Intenso, risuonato nella chiesa-santuario della Beata Vergine della Marcelliana, che ieri mattina non bastava ad accogliere tutti i fedeli. L’intera città ha voluto partecipare alla messa: la folla era tale da costringere molti a rimanere sul sagrato. C’era anche il sindaco Silvia Altran con addosso la fascia tricolore. Una partecipazione che parlava da sè, a testimoniare l’affetto e il profondo legame della comunità ai Frati minori. Ma l’applauso al ringraziamento dell’arcivescovo è stato solo il primo di una lunga serie. E la commozione, la voglia di dire “restate tra noi”.
La concelebrazione presieduta dall’arcivescovo era una presenza corale: c’erano padre Giovanni Vicentini, il ministro provinciale del Veneto dei Frati minori padre Antonio Scabio, il parroco del duomo don Fulvio Ostroman, il vicario padre Giannangelo Marchetto, il cappellano del cantiere padre Gildo Maragno, gli ex parroci padre Luigi Bettin e Biagio Boron, l’ex assistente scout padre Dino Barrichello, padre Zerbinati, il cappellano ospedaliero, padre Renato Ellero. Rimarrà a Monfalcone, a servizio dell’ospedale, almeno ancora per un anno, ha spiegato l’arcivescovo. Nè mancavano frà Odorico Sguoto, addetto alla chiesa e amato maestro dei chierichetti, e frà Antonio Pedron, ex assistente scout.
Quella di ieri mattina non è stata solo la messa del saluto ai frati. È stato l’abbraccio più caldo e struggente che la comunità ha espresso dal cuore. Ma è stata anche l’occasione per dirsi le cose con franchezza. Monsignor De Antoni ha osservato: «A una settimana dal mio congedo dalla Diocesi, è un compito non facile quello di porgere il saluto ai frati minori, per la loro preziosa presenza». Ha ricordato gli 85 anni di servizio, da quando, nel 1926 i frati sono arrivati in città. Gli uomini delle tende e delle stuoie, li ha definiti, secondo lo spirito francescano. Quindi ha aggiunto: «Non è il momento di ricordare gli sforzi e i tentativi fatti per evitare la vostra partenza. È facile dire che non s’è fatto abbastanza, il quadro è stato chiarito il giorno prima che parlassi con il Consiglio parrocchiale». Ma ieri era il giorno del ringraziamento: «La Diocesi non vuole essere tacciata di ingratitudine. È logico e giusto riconoscere quanto abbiamo ricevuto dai francescani». Li ha ricordati tutti i frati che si sono susseguiti al Santuario. E ha evidenziato il servizio profuso, nei quartieri, in Fincantieri con padre Gildo, la mensa dei poveri. Ha ringraziato i salesiani che subentreranno, «in attesa che il nuovo arcivescovo prenda conoscenza della realtà di Monfalcone e provveda secondo le possibilità e le necessità». Un grazie a don Ostroman «che ha accettato di reggere la parrocchia». De Antoni ha parlato di un sogno: che tra i giovani ci sia qualcuno pronto a seguire il cammino apostolico. «Le vocazioni nascono nelle nostre famiglie».
Padre Antonio Scabio è stato franco: «C’è tutta l’emozione nel vedere tanti fedeli. I frati vi hanno voluto bene, hanno dato loro stessi. Ma, lo sapete, siamo itineranti. In un momento di crisi vocazionale che in un decennio ci ha ridotti del 30%, siamo costretti, con dolore, a compiere delle scelte e chi ne viene coinvolto si sente punito, abbandonato. Non ho il potere di fare diversamente. Come cristiani possiamo dire: Signore tu sei qui. Il Signore non ci abbandona. Dio è garante della nostra continuità».
Padre Scabio ha concluso: «Non vi lascio con un addio, ma con un arrivederci: continuiamo a rimanere in comunione con questa comunità». Il sindaco Altran non ha trattenuto le lacrime ed è partito l’applauso: «È un saluto doloroso - ha esordito -. Ce lo avete insegnato voi il valore dell’obbedienza e dell’accettazione del disegno di Dio, ma facciamo molta fatica a capire e a piegarci a questo disegno che ci vede privati della vostra presenza. Ora non possiamo che salutarvi, con mestizia, ma con l’augurio di una buona prosecuzione della vostra opera pastorale e la richiesta di ricordare la parrocchia della Marcelliana e i monfalconesi nelle vostre preghiere». La signora Adele s’è fatta avanti porgendo dei doni e ringraziando i frati a nome della comunità: «Voglio manifestare un particolare sentimento, lo stupore. Ancora non ci sembra possibile, eravamo un tutt’uno».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo