I migranti tornano sull’Isonzo allertate le forze dell’ordine

Rizzi: «Sempre più avvistamenti durante il giorno. Bivaccano e cucinano ma lì è vietato» Chiesti più controlli a Prefettura, Questura, comando dei carabinieri e della polizia municipale
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 04.11.2015 Profughi in Isonzo nuovamente Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 04.11.2015 Profughi in Isonzo nuovamente Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Siamo punto e a capo. Da quattro giorni a questa parte, gruppi di richiedenti asilo sono tornati sulle rive dell’Isonzo. Lì non pernottano perché, a sentire la Prefettura, tutti i migranti hanno un letto per la notte. Ma molti passano la giornata in quella che chiamano “the jungle” e che è diventata in un certo senso la loro casa preferita. È vero, c’è il Nazareno, ci sono i container allestiti da Medici senza frontiere e gestiti ora dal consorzio di cooperative “Il Mosaico”, ci sono il dormitorio Faidutti e la sede della Caritas diocesana di piazza San Francesco, eppure loro - durante la giornata - preferiscono fermarsi lì, cucinano qualche cosa, parlano, si riposano, si rilassano.

A segnalare il loro ritorno Manuel Rizzi, titolare della stazione di servizio “Tamoil” di via Lungo Isonzo Argentina. La sua attività è in posizione a dir poco strategica perché uno degli accessi alle rive del fiume è proprio lì vicino, a pochissimi metri. Peraltro, una delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza del distributore ha ripreso un gruppetto di richiedenti-asilo mentre si recano sul fiume. Quindi, ci sono anche testimonianze filmate. «Era da parecchio tempo che non vedevo movimento nella zona ma, da venerdì scorso, ho rivisto alcuni richiedenti-asilo scendere verso il fiume. Prima, un gruppetto di due/tre persone, poi anche cinque migranti in un colpo solo».

Peraltro (e le segnalazioni sono giunte anche alla nostra redazione) domenica pomeriggio è stato visto del fumo provenire proprio dalla zona delle rive. È evidente che qualcuno stesse cucinando. «Non è un mistero che gli immigrati si servono di fornelletti da campo per farsi da mangiare. È già capitato nel passato. E in più occasioni». Rizzi fa sapere che ieri mattina sette persone, in una botta sola, hanno raggiunto le rive. Insomma, sta tornando a verificarsi un preoccupante viavai. Perché “preoccupante”? Il fiume, è risaputo, è pericoloso, è soggetto a piene e vige un’ordinanza che vieta ai richiedenti-asilo di accamparsi, di costruire baracche di fortuna, di stabilirsi lì. Le forze dell’ordine sono a ranghi ridotti e i controlli non possono svolgersi 24 ore su 24.

«Ma credo sia dovere di ogni cittadino segnalare la loro presenza. L’ho già fatto domenica avvisando verbalmente la Polizia alla caserma Massarelli. Questa mattina (ieri ndr) ho provveduto a inoltrare una mail al viceprefetto vicario Antonino Gulletta, al questore Lorenzo Pillinini, al comandante provinciale dei carabinieri Alessandro Carboni e al comandante della Polizia municipale Marco Muzzatti. Ho voluto segnalare la questione prima che la situazione precipiti. I profughi, il cui numero è nuovamente aumentato in questi ultimi giorni, devono avere un debole per il fiume, per le sue rive: ormai quello è diventato il loro punto d’incontro preferito. Molte volte lo raggiungono sorreggendo borse della spesa, acquistata in un vicino supermercato».

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