I pionieri del Carli aprono una cartoleria virtuale

Venticinque ragazzi, a rotazione, seguono tutte le fasi della gestione aziendale Fanno acquisti, vendono articoli, prenotano i corrieri, curano la contabilità

Tra le possibilità offerte per l’alternanza scuola-lavoro c’è la cosiddetta “impresa simulata”, pratica già avviata da tempo o in fase di avviamento in seguito all’approvazione della 107 in moltissime scuole. Si tratta di un progetto didattico e formativo che riproduce all’interno della scuola il concreto modo di operare di un’azienda in tutti i suoi aspetti.

Una scuola pioniera è il Da Vinci Carli Sandrinelli, che da oltre vent’anni porta avanti quest’attività, appoggiandosi a Simulimpresa, centrale di simulazione italiana di una rete internazionale di imprese virtuali. Caterina Comar, docente e responsabile del progetto di azienda simulata per il Carli, racconta come funziona. «Si parte dalla formazione dei docenti effettuata nel nostro caso da Simulimpresa. È quindi necessario trovare un’azienda madrina, una ditta reale cui appoggiarsi, per riprodurla virtualmente. Noi abbiamo avuto la disponibilità di un’impresa di cancelleria, la Facau di via Caboto, che abbiamo visitato per conoscerne i prodotti, l’organizzazione e la gestione. In passato ci siamo appoggiati a imprese operanti in ambiti differenti: abbiamo “venduto” caffè e olio d’oliva».

Per mettere in piedi l’azienda virtuale, continua l’insegnante si devono espletare le stesse procedure richieste per un’azienda reale: rivolgersi alla Camera di Commercio, aprire partita Iva, stipulare un contratto dal notaio. L'azienda virtuale deve avere una sede, perciò all’interno dell’istituto c’è un’aula dedicata in cui trovano posto i diversi uffici “virtuali”: segreteria, ufficio acquisti, ufficio vendite, tesoreria, magazzino, marketing, contabilità. I ragazzi vengono divisi in gruppi con la propria postazione di lavoro, dotata di computer, telefono, fax, fotocopiatrice. Tutto è simulato, eppure incredibilmente reale. C’è perfino il magazzino con i prodotti virtuali e il conto corrente bancario online. I ragazzi, a rotazione, si occupano di tutti gli aspetti di gestione aziendale: fanno acquisti da altre ditte e vendono carta per fotocopiatrice, raccoglitori, penne, matite. Compilano gli F24, rispondono al telefono, gestiscono il flusso dei documenti e la merce in magazzino, fanno bonifici, controllano l’estratto conto, prenotano i corrieri per la consegna della merce. «Il progetto, così simile a un’impresa reale, permette agli studenti di sviluppare capacità di gestione nei vari ambiti e li prepara, rendendoli autonomi, a un impiego futuro – spiega Comar - . Al progetto quest’anno lavorano circa 25 studenti dell’ultimo biennio, ma il prossimo anno abbiamo intenzione di estenderlo, partendo dalle terze».

Simulimpresa organizza annualmente delle fiere internazionali di aziende simulate, in cui i rappresentanti espongono i propri prodotti e vengono premiate le migliori esperienze di azienda virtuale. Il Carli ha già partecipato a fiere a Praga, a Barcellona, a Celje, oltre che a Trieste e a Monfalcone. E i fondi necessari? «Fino a due anni fa avevamo un finanziamento dall’Ufficio scolastico regionale – racconta la docente - che si è interrotto ma vista l’utilità del progetto abbiamo deciso di continuare lo stesso». La carenza di fondi indubbiamente c’è e interessa tutti i progetti di alternanza scuola-lavoro: la prima tranche di finanziamenti da parte del Miur è arrivata, ma ammonta a poco più di mille euro per scuola. (g.b.)

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