«Icgeb in Porto vecchio, nessun rischio»

Il direttore dell’ente di ricerca Giacca replica indirettamente al M5S che ventilava possibili pericoli sul fronte ambientale
Di Silvio Maranzana

«Non esiste attualmente e non esisterà in futuro nessun tipo di pericolo per l’ambiente, mentre i ricercatori e il personale tecnico sono adeguatamente istruiti». Lo sottolinea il direttore del Centro di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) Mauro Giacca ribadendo al contempo la strategicità del trasferimento da Area science park al Magazzino 26 in Porto vecchio. Lo fa rispondendo indirettamente all’interrogazione presentata in Regione dalla consigliera del M5S Eleonora Frattolin.

La pentastellata chiede alla Giunta se nella previsione dell’insediamento dell’Icgeb in Porto vecchio sia compresa la realizzazione di laboratori, installazioni pertinenti agli stessi o depositi di agenti biologici pericolosi, quale livello di sicurezza biologica sia richiesto e quale livello è oggi richiesto e assicurato negli attuali spazi e laboratori dell’Icgeb a Padriciano.

«Le attività di ricerca sul dna e sulle proteine - spiega Giacca - non richiedono particolari standard di sicurezza e non presentano alcun tipo di problema per l’operatore e per l’ambiente. Attività più sofisticate, ad esempio manipolazioni di sangue o altri tessuti di origine clinica, richiedono laboratori attrezzati (cappe a flusso laminare con protezione Livello 2). Se i campioni sono potenzialmente infettivi, le operazioni vengono condotte in stanze attrezzate con standard di sicurezza Livello 3, ovvero con pressurizzazione tale da non consentire il passaggio dall’interno all’esterno: queste ultime operazioni sono eseguite da personale appropriatamente istruito e autorizzato. Tutte le sostanze chimiche e i residui biologici - continua il direttore dell’Icgeb - vengono smaltiti da ditte specializzate, così come la piccola quantità di materiale radioattivo utilizzato in alcuni esperimenti (sempre di meno a dire il vero). Tutte le modificazioni genetiche in microorganismi sono autorizzate dal ministero della Sanità, e non pongono problemi. In nessun caso, organismi geneticamente modificati vengono rilasciati nell’ambiente».

La collocazione dell’Icgeb all’interno del Magazzino 26 grazie a 12 milioni pubblici dovrebbe essere confermata nel Protocollo operativo sull’utilizzo dei 50 milioni del Mibac che sarà firmato a giorni da Comune, Regione e Autorità di sistema portuale. Lo stesso sindaco Roberto Dipiazza al convegno sui mestieri del mare svoltosi lunedì al Savoia ha parlato di Museo del mare ai Magazzini 23, 24 e 25 e Icgeb, oltre all’Immaginario scientifico e ad altro ancora, al 26.

«L’Icgeb fin dal suo insediamento in Area 30 anni fa - conclude Giacca - rispetta tutte le normative vigenti in Europa, come recepite dallo Stato italiano, in termini di protezione dei lavoratori e dell’ambiente in ambito biologico, chimico e sul controllo delle radiazioni, con particolare riferimento specifico alle manipolazioni genetiche e allo studio degli agenti infettivi. Il trasferimento dell’Istituto in Porto vecchio costituirebbe un’occasione unica per aprire i laboratori a giovani, scuole e alla cittadinanza in genere, in maniera da spiegare e rendere fruibile la presenza di un un’ente di ricerca avanzato in pieno centrocittà».

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