Il bullismo a Ronchi “colpisce” Fontanot

I docenti della Leonardo da Vinci: «Casi isolati, il sindaco doveva venire a scuola». Controlli mirati da parte dei carabinieri
Di Luca Perrino

RONCHI DEI LEGIONARI. Episodi di malessere e non bullismo. Fenomeni sotto controllo e nessuna emergenza che possa rappresentare pericoli. Dopo la segnalazione del sindaco, Roberto Fontanot, investito di due casi che hanno interessato altrettante famiglie, i docenti dell’istituto comprensivo Leonardo da Vinci di Ronchi dei Legionari fanno quadrato per difendere il valore e la bontà del polo scolastico. «Nelle classi della scuola primaria in cui docenti o genitori hanno segnalato situazioni critiche – si legge in una lunga lettera - la scuola è intervenuta e continua a intervenire, predisponendo molte risorse umane e attivando strategie didattiche per poter migliorare i comportamenti e le relazioni sociali». E ancora: «Nelle classi prime della scuola secondaria non ci risulta nessun reiterato comportamento scorretto tale da ascrivere a bullismo. L’insegnante responsabile dell’inserimento stranieri e della dispersione, presente in tutte le classi della secondaria, ma che ha anche contatti costanti con tutti i plessi di materna e primaria, conferma l’assenza di situazioni critiche».

Un stato di fatto che viene confermato anche dalla dirigente, Silvana Schioppa, la quale ricorda che proprio il Comune ha finanziato fin dalla fine degli anni Novanta lo “Sportello ascolto” per i ragazzi e le famiglie su richiesta della scuola, con interventi da parte di psicopedagogisti sia sui singoli sia sui gruppi in classe, a testimonianza della storica sensibilità e dell’attenzione con cui si guarda al benessere degli studenti. Il sindaco, nei giorni scorsi, ha anche allertato i Carabinieri, che, per il momento, non hanno rivevuto alcuna denuncia, ma hanno attuato e attuano una serie di controlli mirati per comprendere la serietà del fenomeno. «Con il termine bullismo - sottolineano i docenti - non si fa riferimento a un singolo atto, ma a comportamenti ripetuti, all’interno di un gruppo, da parte di qualcuno che fa o dice cose per avere potere su di un’altra persona. Il termine si riferisce al fenomeno nel suo complesso e include i comportamenti del bullo, quelli della vittima e anche di chi assiste agli episodi. È un fenomeno spesso molto subdolo, sommerso e chi ne è vittima si ritrova isolato e prova via via un disagio sempre maggiore». E poi l’attacco a Fontanot: «Spiace perciò che il sindaco, ricevendo una segnalazione tanto grave – continuano i docenti - non abbia ritenuto opportuno di chiedere delucidazioni all’istituzione scolastica dove sarebbero avvenuti episodi tali da arrivare a parlare di bullismo».

Ma è lo stesso primo cittadino a sottolineare la propria volontà a far sì che ogni singolo episodio non venga minimizzato e che massimo possa essere il coinvogimento dell’opinione pubblica. Negli ultimi tempi, ricordiamolo, la scuola ha partecipato a progetti ad hoc come Bull.doc dell’Aasociazione “Da donna a donna” proposto dal Comune da cui è emersa una situazione senza anomalie e @uxilia, “Fiabe Giuridiche”, un libro di storie per insegnare ai bambini i concetti base dell’educazione alla legalità. «Quest’anno come istituto comprensivo – confermano i docenti - abbiamo aderito al progetto “Crescere insieme con Whatsup” finanziato dalla Carigo e condotto per il nostro istituto dalla dottoressa Cabas pedagogista clinico che segue anche la consulta comunale dei Ragazzi e che per anni ha gestito lo “Sportello Ascolto”, quindi conosce molto bene la realtà di Ronchi dei Legionari».

@luca_perrino

Riproduzione riservata © Il Piccolo