Il capogruppo Pd si immola per la città metropolitana

La città metropolitana, mentre le elezioni si avvicinano a grandi passi, si abbatte sul Pd. Il capogruppo in Consiglio comunale Marco Toncelli è pronto a dimettersi dall’incarico. Un annuncio a sorpresa, il suo, messo nero su bianco in un duro comunicato stampa contro i colleghi. Il motivo: la città metropolitana, appunto, ovvero il nuovo contenitore che il senatore Francesco Russo vorrebbe assegnare a Trieste per recuperare prestigio e risorse comunitarie.
Toncelli appoggia l’idea del senatore, ma questo non piace a molti. A un buon pezzo del partito e, ovviamente, ai friulani che non vorrebbero perdere posizioni con il capoluogo. Dibattiti e polemiche si trascinano da mesi, tanto più che la proposta del senatore, contenuta in una petizione, è stata sottoscritta da cinquemila cittadini. Il capogruppo in Consiglio comunale non ha gradito il fuoco amico che si è trovato a gestire in questi giorni dopo che, come racconta nella nota, ha preso posizione in appoggio al cavallo di battaglia di Russo. «A seguito della lettera che ho promosso a sostegno della città metropolitana – precisa il consigliere – mi sono ritrovato davanti a una situazione paradossale: da un lato i complimenti dei cittadini che mi chiedono di andare avanti senza indugi e dall’altro un pezzo del mio partito che mi attacca per questa scelta».
Toncelli è convinto che il progetto, assieme alla riqualificazione del Porto Vecchio, rappresenti la sfida per il futuro di Trieste «capace di sviluppare e valorizzare le enormi potenzialità della nostra città, ma soprattutto un’occasione per dimostrare concretamente che la difesa della triestinità non è solamente la favola del Tlt». Il capogruppo non intende fare passi indietro rispetto all’idea metropolitana ma rivela di aver ricevuto «richieste di dimissioni» da «alcuni esponenti della segreteria del mio partito». Qualcuno, insomma, gli avrebbe domandato di farsi da parte.
Ma chi? Toncelli non fa nomi, ma non incassa: «Ho sostenuto con convinzione l’iniziativa di Russo perché credo davvero che il Pd debba tornare ad essere un punto di riferimento per i cittadini lontano dalle divisioni e dalle faide interne di chi ragiona sul peso delle correnti, sugli equilibri interni e non in base alle necessità della città. A chi lo ha fatto non ho difficoltà a rispondere che sono pronto a rinunciare al mio ruolo piuttosto che andare contro a ciò in cui credo: il mio incarico, peraltro, è sempre stato a disposizione dei colleghi che mi hanno eletto». Anche perché «io, a differenza di altri, combatto per le idee e non per le poltrone».
Un intervento tutt’altro all’acqua di rose, il suo, che chiama in causa i vertici. Ma il segretario provinciale Nerio Nesladek, che non si aspettava un’uscita del genere, butta acqua sul fuoco: «Ci deve essere una grossa incomprensione. Nessuno ha mai voluto le dimissioni di Toncelli. Dalla segreteria del partito non è partita alcuna richiesta di questo tipo. Va anche detto – sottolinea – che l’obiettivo dell’area metropolitana resta del Pd, un progetto che verrà elaborato e inserito nel programma elettorale con il contributo del resto della coalizione».
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