Il cardine famiglia nella «rivoluzione della normalità» di Rosolen
«La rinascita di Trieste passa attraverso la rivoluzione della normalità». La candidata a sindaco di Un’Altra Trieste Popolare Alessia Rosolen parte da questo concetto nell’illustrazione del programma elettorale «fatto di strategie concrete e non di semplici promesse», che si fonda sul ruolo centrale della famiglia. «Parliamo delle fondamenta della nostra società e dei figli che rappresentano il nostro domani - ha spiegato Rosolen -. Fondamentale dunque che ci sia il sostegno alla natalità e la gratuità del percorso educativo per le famiglie per arrestare il calo demografico». Poi le linee guida per lo sviluppo economico e occupazionale. «Bisogna partire dal concetto che Trieste o è Porto o semplicemente non è - ha rimarcato Rosolen -. Questo significa sviluppare il Porto nuovo con infrastrutture e collegamenti e rilanciare il Porto vecchio, risorsa inestimabile per la città. Azioni che possono portare alla creazione di 10mila posti di lavoro nei prossimi cinque anni». Senza dimenticare le peculiarità di Trieste. «I pilastri fondamentali sono la cultura, la scienza, il turismo ed il polo finanziario, ma serve metterli in rete, ripartendo dalla riqualificazione dei grandi contenitori abbandonati, come ad esempio Palazzo Carciotti e il Gasometro - ha sottolineato Rosolen -. Trieste deve diventare capitale d’area, senza isolarsi, ma puntando sulle sinergie con l’Alto Adriatico e non solo, per assicurarsi un ruolo di prestigio che oggi viene svilito dalle nuove Uti, passando attraverso il reperimento di fondi europei». A introdurla gli altri candidati Paolo Rovis e Franco Bandelli che hanno evidenziato «l’unicità e la novità sia del candidato che del programma, al confronto di candidati già usati e contenuti già visti», mentre Roberto Bolelli ha indicato «nella cultura del mare e nella valorizzazione dell’associazionismo sportivo le strade per il futuro di Trieste e delle giovani generazioni». (p.pit.)
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