Il “collegio” accoglie 30 minori stranieri

Non sarà un ostello e neppure vuole essere un dormitorio. Ma se proprio dobbiamo fare un paragone, per l’assessore Cristiana Morsolin, allora senza dubbio il concetto di collegio calza a pennello. Anzi, prendendo in prestito le parole di Sergio Serra, responsabile della cooperativa muggesana Duemilauno agenzia sociale, è «praticamente un albergo a 4 stelle». Ciascuna delle 18 stanze del nuovo Centro di accoglienza di minori stranieri sorto in via Timavo - sia una singola sia una doppia o tripla - ha infatti un bagno dedicato. Mentre al pian terreno, che ha una superficie di ben 540 metri quadrati, ci sono spazi molto ampi per mensa, cucine, laboratori, spogliatoi, reception e altri spazi comuni dedicati. Perfino un auditorium da sessanta posti completa il “pacchetto”: sarà prestato alla collettività, e in particolare al mondo dell’associazionismo, per conferenze oppure - perché no? - cineforum e altre attività.
L’immobile ristrutturato nel 2011 con sostanziosi fondi pubblici nel suo complesso risponde a ogni criterio di sicurezza, compreso il profilo delle barriere architettoniche. Di qui il prezzo di locazione: 40mila euro annui per 1.300 metri quadrati compressivi. Insomma, sulla carta una struttura che vuole porsi come modello per altre città. La collocazione è ritenuta da Duemilauno agenzia sociale ideale, perché lontana da abitazioni, ma relativamente vicina a trasporti, uffici e centro urbano. «Dalla Gisella ci vogliono dieci minuti a piedi per raggiungere la piazza», sottolinea Serra.
Via Timavo è pronta ad accogliere un numero non superiore a 30 minori stranieri, più precisamente 25. L’allestimento, come conferma Serra per la cooperativa che gestirà il centro, sono ormai completati. Si attende il via libera dell’Azienda sanitaria e il successivo ok dell’amministrazione comunale, che del progetto finora non ha mai parlato, ma ne è al corrente da fine 2015. Potrebbero volerci un paio di settimane ancora, dopodiché la struttura aprirà ufficialmente i battenti. L’assessore Morsolin sottolinea la situazione di emergenza relativa alla collocazione, tutela e accudimento di minori migranti non accompagnati che vengono intercettati sul territorio: «Il Comune ha l’obbligo per legge di prendersene carico, collocandoli in una struttura per minorenni: su questo non c’è discrezionalità. Da gennaio a oggi sono sei i ragazzini che l’ente locale ha dovuto gestire: non si tratta di numeri importanti». Gran parte dei fondi utilizzati per coprire queste spese, rileva ancora l’assessore alle Politiche sociali, sono «coperte ampiamente dalla Regione e per piccola parte anche da trasferimenti statali». «Non è facile amministrare una città in cui il 20% della popolazione è migrante - conclude -, ma Monfalcone fa la sua parte, sempre. Questo nuovo centro rappresenta un progetto positivo, che si apre alla città, senz’altro più complesso rispetto al mero albergaggio. Soprattutto persegue veramente l’obiettivo dell’integrazione».
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