Il dosso Mula di Muggia a Grado sorvegliato speciale. Lovato (Git): «Servono delle misure urgenti»

Il “monte” sottomarino di sabbia che nei secoli ha alimentato il litorale dell’isola si sta spostando e le conseguenze potranno essere pesanti 

GRADO. Preoccupa lo spostamento continuo del banco sabbioso della Mula di Muggia. Ma quanta paura fa alla Git per il futuro della spiaggia? «Tanta – è la netta risposta dell’amministratore unico Alessandro Lovato - . Le prime avvisaglie dell’arrivo di sabbia e fanghi si iniziano a notare già dinnanzi alla zona del Lido di Fido. In base ai dati che mi hanno fornito gli esperti la Mula di Muggia di sposta di circa 10 metri all’anno spingendo a sua volta il cosiddetto baroso da punta Barbacale verso la spiaggia principale».

Piccola laguna. Un evidente segnale è la creazione di una sorta di piccola laguna, dinnanzi a quello che avrebbe dovuto diventare il grande insediamento della Grado 3, e soprattutto di un sempre più ampio banco sabbioso all’incirca tra il bosco e la Sacca, più o meno dinnanzi alla pista di pista Azzurra di pattinaggio; un banco sabbioso diventato, tra l’altro, punto di riferimento per gli appassionati di kite surf. Tant’è che per andare a fare il bagno dinnanzi alla zona della Sacca oggi c’è da camminare davvero parecchio.
Poi, però, si arriva dove l’acqua è davvero splendida e dove quasi subito è anche piuttosto profonda.

Lo studio. «Ma più paura degli spostamenti – aggiunge Lovato – mi fa l’inerzia di tutti questi anni. E ciò nonostante tante sollecitazioni e incontri. Ora, dopo decenni, dagli ultimi colloqui che ho avuto con i referenti dell’Università di Trieste, pare che a livello di studi siamo arrivati al punto di arrivo. Entro il prossimo inverno dovremo sapere qualcosa di più anche per quel che concerne le ipotesi d’intervento». Lo studio è iniziato ancora alcuni anni fa, nel 2015, a seguito di una delibera adottata dall’allora giunta regionale.

È uno studio, quello attuale, che fa seguito peraltro a un altro decisamente importate fatto oltre trent’anni fa dal professor Antonio Brambati anche allora commissionato dalla Regione. Un progetto dettagliato e completo che aveva compreso anche le proposte di intervento per sanare certe situazioni tanto che a distanza di anni, una di queste è stata anche fatta, ma forse neanche completamente, nella zona Barbacale ovvero spiaggia di Pineta.

Negli anni ci sono stati ovviamente anche altri studi e proposte ma da allora nulla si è mosso se non per il ripascimento delle spiagge, effettuato anche questo a distanza di anni dall’avvenuta erosione.

Il litorale. Che nei secoli ci sia stata una modifica pressoché totale della linea di costa, dei banchi di sabbia e della laguna è cosa nota. Ma ora è necessario provvedere quanto prima a creare una sorta di barriera o comunque a individuare come poter frenare o deviare l’attuale movimento che pare inarrestabile.

Il nome. Ciò che incuriosisce sempre è l’origine del nome Mula di Muggia.

Un’ipotesi è legata al racconto di un uomo di Muggia che portava a Grado con la sua barca un carico di vino e che a bordo per quel viaggio aveva portato anche la figlia sedicenne che voleva assolutamente fare un giro per l’isola. Purtroppo, a causa di un violento temporale quando era ormai giunto nei pressi dei banchi esterni del grande dosso, naufragò. L’uomo riuscì a salvarsi mentre il corpo della figlia non fu mai ritrovato. Da questo tragico evento che il dosso avrebbe assunto il nome di Banco della Mula di Muggia. «Questo – dice Enio Lugnan, conoscitore delle tradizioni locali – giustifica le storie raccontate delle nostre nonne per metterci paura. Al soffiar della Bora ci dicevano che gli spiriti del mare urlavano con rabbia su “la Mugia” invitandoci a fare i bravi».

Oggi la Mula di Muggia continua peraltro a far paura veramente, come ha evidenziato il responsabile della Git: lo spostamento del banco sabbioso potrebbe mettere a rischio la balneazione sotto costa costringendo cioè i bagnanti a camminare un bel po’ prima di poter fare il bagno. —




 

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