Il “mago” dei modellini ricrea la storia dei pompieri

Augusto Doria, 85 anni, offre all’amministrazione comunale la sua collezione: una cinquantina di mezzi per lo spegnimento del fuoco creata interamente a mano
Di Micol Brusaferro

È l’unico modellista in Italia ad aver creato interamente a mano una collezione di mezzi per lo spegnimento del fuoco. Una cinquantina di pezzi in scala, ricreati basandosi su disegni, foto e progetti giunti in alcuni casi dall’estero, che si aggiungono alle oltre 500 opere costruite in tutta la sua vita. Il triestino Augusto Doria, 85 anni, coltiva da sempre la passione per le ricostruzioni minuziose e, dopo una donazione di navi al Museo del Mare nel 2012, ora vorrebbe mettere a disposizione del Comune di Trieste le sue ultime opere.

«Si tratta di una serie unica che ripercorre la storia dello spegnimento del fuoco dalla “pompa di Cetibio” alle tecniche più moderne. Una serie nata da una grande attenzione per il lavoro dei Vigili del Fuoco che da ragazzo mi portava a visitare spesso la caserma di via Nicolini. La mia particolarità? Non uso nessun oggetto già pronto, nessuna scatola preconfezionata di modellini, ma cerco di costruire tutto da solo, partendo dalle materie prime come plastica, gomma o metallo. Ci sono molti appassionati in Italia, ma nessuno in questo settore usa questa manualità» assicura Augusto. Lunghi tubi, all’apparenza semplici bastoni di gomma, sono destinati a diventare ruote mentre piccoli segmenti di plastica scura, che sembrano banali fili, si trasformano in pompe idrauliche in miniatura.

Nell’appartamento di Doria, nel rione di San Giovanni, il bancone da lavoro occupa una zona della cucina condivisa con la moglie. Augusto ci passa giornate intere, approfondendo ogni minimo dettaglio su libri, immagini e disegni, prima di mettersi all’opera. «È un divertimento fin da bambino quando mi costruivo da solo i giocattoli. Per anni ho riservato tutto l’interesse verso le navi, poi sono passato alla storia della locomozione italiana e quindi al settore attuale».

Doria ha vinto premi in tutta Italia, è stato chiamato a esporre in varie città, ha curato mostre e presentato i modelli in diverse occasioni. Scorrendo la sua collezione, le curiosità non mancano. «Nel 2007, leggendo Il Piccolo, ho visto che era transitato a Trieste un potente mezzo ungherese, destinato allo spegnimento di incendi in Kuwait. Ricordo che era una macchina davvero affascinante, composta da un carro armato nella sezione inferiore e con una potente struttura nella sezione superiore, molto complessa. Ho scritto all’ambasciata ungherese di Roma spiegando la mia passione. Sono stati molto gentili e disponibili, tanto che il colonnello, addetto militare all’ambasciata, mi ha spedito a casa foto e parecchie informazioni utili, grazie alle quali sono riuscito, dopo un lungo impegno, a concludere un modello che penso sia unico al mondo».

Doria, nella sua casa, conserva anche giornali tedeschi, riviste americane e libri austriaci, dai quali ha tratto spunto. Il suo sogno ora è quello di donare i modelli al Museo Henriquez, con la speranza che venga programmata una sezione sullla pompieristica. «Un’importante raccolta di cimeli e materiale storico dei Vigili del Fuoco, che comprende anche mezzi molto interessanti, per ora viene conservata nel comando provinciale di via d’Alviano. Credo che una sezione del museo, riservata questo argomento, potrebbe attirare molti visitatori, perché gli appassionati in tutta Europa sono tantissimi. Vorrei donare l’intera collezione di modellini che possiedo. Mi offro a titolo gratuito anche per l’allestimento e la sistemazione di tutta l’oggettistica. Qualcuno mi ascolterà? Accoglierà le mie idee? Lo spero davvero».

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