Il piano antidoppioni in sanità finisce sotto tiro

Forza Italia e sindacati bocciano l’operazione. «Taglia strutture essenziali e penalizza gli utenti»
Di Gianpaolo Sarti
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara

Centrodestra e sindacati contro il piano di accorpamenti all’interno del sistema sanitario triestino innescato dalla riforma voluta dalla giunta regionale. L’unificazione delle Chirurgie e delle Ortopedie, quelle universitarie con quelle ospedaliere sotto una sola direzione, scatena polemiche. Il progetto, come ha annunciato il commissario straordinario Nicola Delli Quadri, sarà completato e messo a regime già a marzo dopo un’analoga operazione per il Servizio infermieristico, Farmacia, Logistica, Informatica e Gestione stabilimenti, destinati a diventare “funzioni interaziendali”.

«È l’effetto della riforma targata Rotelli-Seracchiani-Telesca - osserva Bruno Marini -. Una riforma che, dopo aver cominciato l'opera di depauperamento con il Burlo, intaccando un'attività essenziale com'è quella del Laboratorio analisi, prosegue con l’ospedale di Cattinara, tagliando due importantissime strutture e facendo credere che si tratti di inutili e costosi doppioni».

Il consigliere regionale di Forza Italia è convinto che, tanto la Chirurgia quanto l’Ortopedia, debbano continuare ognuna a svolgere il proprio compito in modo autonomo. «L’attività ospedaliera e quella universitaria - rileva Marini - si distinguono per avere mission diverse: le prime hanno come scopo prioritario l'assistenza ai cittadini, le seconde la didattica e la ricerca». L’unione delle due funzioni, a detta di Marini, non sarà per nulla indolore, anzi comporterà seri danni. «Ciò si tradurrà in allungamento dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche, diagnostiche, chirurgiche», avverte. «Chi potrà si rivolgerà al privato o cercherà risposte fuori». Un pericolo che Udine sembra non correre. «La riforma riserva all'Azienda Ospedaliero- Universitaria friulana un trattamento diverso - rende noto il forzista - che prevede il mantenimento nella città di entrambe le strutture. Una beffa per Trieste».

Sulla stessa linea Claudio Illicher, segretario provinciale Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri). «Con un unico primario in Chirurgia e in Ortopedia non disporremo più di altre professionalità a cui appoggiarci e con cui confrontarci - spiega il sindacalista -. Ci sarà un solo primario, destinato a diventare il chirurgo più potente. Inoltre ricordo che c’è in progetto di chiudere la Terza medica di Cattinara e suddividere i letti in altri reparti. La gente sta ormai fuggendo dai nostri ospedali – conclude il rappresentante sindacale dei medici ospedalieri – come già avviene per le visite urologiche. I pazienti si dirigono altrove. Sollecito un intervento più forte delle altre sigle sindacali per bloccare questi interventi che rischino seriamente di penalizzare la nostra sanità».

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