Il piano salva-Isonzo incappa in un ricorso al Consiglio di Stato

L’assessore Vito: «Entro giugno la sentenza, poi i lavori» Petizione degli ambientalisti per la tutela del fiume
Di Francesco Fain

Ma che fine ha fatto il progetto che, per semplicità, venne chiamato “Tubone”, salvo poi essere ribattezzato “Dorsale goriziana”? Bloccato, finito nei cassetti, ucciso dalla burocrazia?

Niente di tutto questo. Il piano salva-Isonzo, altro nome dell’importante realizzazione, è incappato in un ricorso al Consiglio di Stato: una ditta ha, infatti, contestato l’esito della gara d’appalto. «Il Tar - spiega l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito - ha dato ragione ha Irisacqua ma la ditta non si è data per vinta e ha bussato al Consiglio di Stato. Entro giugno ci sarà la sentenza». Se confermerà le conclusioni del Tribunale amministrativo regionale, la strada sarà spianata. «E la speranza è che i lavori possano partire nel più breve tempo possibile. Entro l’anno? Mi auguro proprio di sì», aggiunge l’assessore Vito. Fa eco Mirio Bolzan, presidente di Irisacqua: «Indubbiamente, queste vicissitudini ci stanno facendo perdere un sacco di tempo. I lavori sarebbero già iniziati da parecchi mesi se non fossimo incappati in ricorsi e controricorsi. Purtroppo, tutte le opere importanti incappano in queste forche caudine. Siamo in Italia».

L’iter

progettuale

Dell’importante investimento regionale per il depuratore di Staranzano («Un intervento che qualifica il territorio e lo mette in sicurezza») ha parlato la stessa Vito nel corso di un incontro/confronto svoltosi ieri a Trieste con i rappresentanti delle associazioni ambientaliste italiane che aderiscono al progetto “Salviamo l’Isonzo”, rappresentate nell’occasione da Luca Cadez di Legambiente, Paolo Utmar e Michele Tofful dell’associazione ambientalista “Eugenio Rosmann”.

«Sul fronte ambientale - parole di Sara Vito - il depuratore garantisce la massima tutela delle acque dell’Isonzo eliminando gli scarichi nel fiume. Si tratta di un investimento complessivo di oltre 6 milioni di euro, di cui 5,1 stanziati dalla Regione».

La Dorsale goriziana convoglierà tutti i reflui della provincia verso un unico impianto di depurazione eliminando qualsiasi versamento nell’Isonzo. Un progetto ambizioso, con pochi eguali in Italia, per un investimento totale di decine di milioni di euro. Una volta concretizzato permetterà di raggiungere obiettivi insperati: consentirà, infatti, di “liberare” il fiume da tutti gli scarichi fognari che attualmente finiscono nelle sue acque, da Gorizia in giù. Non solo. «In questa maniera, potrà scattare quella che potremmo chiamare “operazione Mare pulito” perché gli effetti benefici saranno su larga scala», disse qualche tempo fa Enrico Gherghetta, quand’era ancora presidente della Provincia.

Rivoluzione

copernicana

Ma come cambierà il sistema di depurazione? Semplifichiamo al massimo e utilizziamo termini il più possibile comprensibili a tutti: sono stati sospesi, già a suo tempo, gli interventi di sistemazione dei depuratori di Gorizia e di Gradisca d’Isonzo ed è nata così l’idea della dorsale che “bypasserà” completamente il fiume Isonzo e sfrutterà solamente il depuratore di Staranzano.

Quest’ultimo impianto (che scaricherà tutta l’acqua depurata in mare) verrà quasi triplicato. In sostanza tutte le acque nere di Gorizia e dei paesi della Destra e della Sinistra Isonzo finiranno nel nuovo depuratore. Il maxi-collettore seguirà in parallelo il percorso del fiume partendo dal capoluogo (all’altezza dell’attuale depuratore che si trova in corrispondenza della zona industriale, vicino all’ex inceneritore) e intercetterà tutte le acque di scarico che attualmente finiscono nel fiume “sacro alla patria” convogliandole fino al depuratore di Staranzano.

La petizione

“Salviamo l’Isonzo”

Il fiume Isonzo e la sua riqualificazione, in particolare la questione della mancanza del flusso vitale in alcuni tratti, gli usi impropri delle aree fluviali, gli interventi idraulici, le proposte per la valorizzazione didattica dell’Isonzo: questi i temi dell’incontro Vito/ambientalisti.

La delegazione ha presentato all’assessore le firme raccolte sotto la petizione internazionale “Salviamo l’Isonzo”, rivolta alle autorità nazionali e locali. L’iniziativa è stata promossa dalle associazioni italiane e slovene per la salvaguardia e la valorizzazione del fiume. Durante l’incontro sono stati dunque discussi diversi aspetti, quali la questione della mancanza del flusso vitale in alcuni tratti del fiume, che ha come conseguenza la moria di particolari specie di pesci per via dell’utilizzo dell’acqua per scopi idroelettrici.

Inoltre, si è parlato dell’alterazione delle sponde dei rivi minori, degli usi motoristici e l’abbandono di rifiuti quali principali cause di decadimento ambientale. Tutte queste attività andrebbero a colpire le aree più integre dal punto di vista ambientale, oltre che a collidere con attività turistiche quali la pesca e gli sport acquatici. «La cura e la valorizzazione del fiume Isonzo fanno parte delle politiche attive di questa amministrazione», ha dichiarato Vito. «L’incontro con le associazioni ambientaliste è stato molto produttivo ed ha permesso di approfondire le proposte del progetto “Salviamo l’Isonzo” nonché di permettere un dialogo costruttivo tra gli uffici tecnici regionali e la società civile».

Audizione

in commissione

Sara Vito ha quindi rappresentato alle associazioni la possibilità di richiedere un’audizione alla Commissione per l’idroeconomia per affrontare le questioni da loro poste in ambito transfrontaliero e di impegnarsi a verificare gli esiti del progetto Nexus, seguito direttamente dal ministero di competenza. Infine, Vito ha dimostrato interesse a conoscere dettagliatamente il progetto didattico proposto dalle associazioni di “Salviamo l’Isonzo”, rivolto ai bambini delle scuole elementari ed ai ragazzi delle scuole medie. «L’incontro si inserisce in un percorso di dialogo intrapreso da tempo e che continuerà nella convinzione che da questo confronto possono emergere contributi utili per le politiche ambientali che la Regione sta portando avanti», ha concluso l’assessore.

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