Il posto “socialmente utile” non interessa ai disoccupati

TERZO DI AQUILEIA. Lavoratore socialmente utile cercarsi. Il Comune di Terzo di Aquileia cerca, ma senza successo, nonostante i tempi di crisi, un lavoratore in cassa integrazione, in mobilità o che goda della disoccupazione speciale, per il progetto di lavori socialmente utili iniziato a ottobre. Il bando, indetto a gennaio, è andato deserto. Non è la prima volta. La stessa cosa era accaduta al fine 2015. Il Comune, per questo intoppo, aveva perso il contributo regionale. Il 2 febbraio, l’amministrazione di Terzo ha attivato un secondo bando, che scadrà il 22 febbraio. Le domande devono essere presentate al Centro per l’Impiego di Cervignano. «Le attività che saranno affidate a chi risulterà vincitore – spiega il sindaco, Michele Tibald - sono di tipo amministrativo e di supporto agli uffici: riordino degli archivi cartacei e informatici, catalogazione e sistemazione cartolari, inserimento dati, attività di segreteria, fornitura all’utenza di informazioni sui servizi erogati e assistenza telefonica, attività di centralino del servizio e predisposizione testi utilizzando Word ed Excel. L’incarico avrà la durata di 40 settimane. Il compenso si aggira tra i 500 e i 600 euro mensili lordi: la differenza tra i circa 1500 euro al mese lordi (il compenso di un esecutore amministrativo di categoria “B”) e il compenso derivante dalla cassa integrazione o mobilità». Sono richiesti il diploma di scuola media superiore e la conoscenza dei programmi informatici comuni. «Quello aperto in questi giorni – chiarisce il sindaco – è il secondo bando: al precedente non si era presentato nessuno. Probabilmente dipende dal trattamento economico. Fino a 2014, su 36 ore di lavoro complessive, 20 ore di lavoro venivano pagate tramite ammortizzatore sociale e 16 appieno. La cifra era più consistente. Evidentemente questo ha reso meno appetibile l’incarico». Non è la prima volta che un bando legato ai lavori socialmente utili trova difficoltà a decollare. «Lo scorso anno, l’amministrazione regionale – aggiunge Tibald - aveva accolto due progetti proposti dal nostro Comune: questo legato all’attività amministrativa e un altro per i servizi esterni. Anche in quell’occasione, per i servizi esterni, il bando era stato proposto due volte. La prima volta la persona non era risultata idonea alla prova pratica e la seconda volta il lavoratore aveva scelto di essere trasferito in altra sede. L’ultimo rimasto aveva rinunciato quando gli era stato spiegato che cosa avrebbe dovuto fare. Abbiamo perso i soldi, non siamo riusciti a iniziare i progetti entro il 31 dicembre 2015. Speriamo che qualcuno si faccia avanti».
Elisa Michellut
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