«Il primo cittadino deve dimettersi»

Attacco di Cisint (Monfalcone domani) e del consigliere regionale Dal Zovo (M5S)
Bonaventura Monfalcone-11.02.2016 Centrale A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.02.2016 Centrale A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

«Mi chiedo a cosa 'serva' un sindaco che nemmeno conosce quello che succede sul proprio territorio. Ma poi, davvero non sapeva? A2a non ha mai dovuto inviare comunicazione al Comune? E la Regione? Nemmeno la Vito era al corrente della proroga di 8 anni? La stessa Regione che ha approvato nel 2015 un documento in cui "si ripudia il carbone" quale combustibile da utilizzare e che nel programma elettorale della presidente asserisce l'eliminazione dell'uso dello stesso, ora che posizione assume?».

Secondo Annamaria Cisint, già consigliere comunale di opposizione e ora a capo del movimento Monfalcone Domani è «gravissima l'affermazione del sindaco che dichiara di averlo appreso all'ultimo tavolo ambientale». Un commento durissimo che fa emergere accuse di «dilettantismo» a Comune e Regione sul fronte di A2A. A questo si aggiunge l’intervento del consigliere di Idv, Claudio Martin che la sera del 3 febbraio in aula ha sollevato il problema della possibilità che ci sia un rinnovo automatico dell’Aia, ma il sindaco Altran «non ha risposto».

«Se il sindaco sapeva ciò che stava accadendo - attacca Cisint - beh allora non ci sono altre strade che le dimissioni che i cittadini in massa dovrebbero pretendere ma che ancor prima dovrebbero esser richieste dai suoi stessi consiglieri comunali di maggioranza che hanno sostenuto il no al carbone negli ordini del giorno approvati dal consiglio». L’esponente monfalconese ricorda che più volte aver «insistito nel porre la questione occupazionale e dello smaltimento dell'impianto proprio perché ero consapevole che soltanto se il Comune avesse manifestato la volontà di chiudere l'impianto non sarebbe scattato l'automatismo della proroga». Ancor più dura la nota del consoigliere regionale del M5S Ilaria Dal Zovo. «Siamo tanto basiti, quanto stupiti dal rinnovo dell’Aia, per ulteriori 8 anni, concesso alla centrale termoelettrica. Non sono serviti a nulla anni di battaglie, di interrogazioni, di discussioni e di dibattiti! Aria fritta anche la previsione inserita nel piano energetico regionale di riconversione della centrale! Inutili anche gli studi epidemiologici e biomonitoraggi lichenici! E così, per i prossimi 8 anni, i cittadini di Monfalcone e dei comuni limitrofi dovranno continuare a subire l’inquinamento provocato dalla centrale. A questo punto crediamo debbano dimettersi tutti coloro i quali erano, probabilmente, a conoscenza di questa proroga ma sono stati ben attenti a rivelarla pubblicamente. In primis deve dimettersi il sindaco di Monfalcone».

Riproduzione riservata © Il Piccolo