«Il progetto del Parco del mare per la Regione resta inattuabile»

La possibile alienazione di Palazzo Dreher e Le Terrazze da parte della Camera di Commercio per sostenere l’acquario turistico non cambia la posizione del vicegovernatore Sergio Bolzonello
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 04/07/09 - Portogallo, Lisbona , Oceanario
Lasorte Trieste 04/07/09 - Portogallo, Lisbona , Oceanario

La Borsa Vecchia di via San Nicolò e il residence Le Terrazze di via Filzi - i gioielli immobiliari della Camera di Commercio appena dichiarati cedibili da una delibera di indirizzo della giunta camerale presieduta da Antonio Paoletti per poter al caso dare slancio alla realizzazione del Parco del mare - rimbalzano contro un muro di gomma. Che non è di oggi, ma sta lì come minimo dallo scorso febbraio, da quando cioè la Regione, al Parco del mare, ha detto no. O, meglio, ha detto no a un proprio impegno finanziario a sostegno di questa partita.

Il muro ha il nome, la faccia e il ruolo di Sergio Bolzonello, il vice di Debora Serracchiani fatto vicario dalle trasferte della governatrice nel quartier generale romano del Pd di Renzi, lo stesso alto ufficiale della Regione che proprio a febbraio, da assessore alle Attività produttive, aveva sentenziato l’insostenibilità del progetto. Bolzonello, all’indomani della notizia che dà per l’appunto l’ente di Paoletti disposto ad alienare Palazzo Dreher e Le Terrazze se dovesse servire al taglio del nastro dell’acquario turistico, non se ne mostra minimamente turbato. Non lo turba la carta che canta, figurarsi se lo sfiorano le voci di corridoio che attribuiscono invece a quella delibera il rango di pretesto per blindare i due gioielli in oggetto, gioielli che rendono sotto forma di canoni d’affitto, dal rischio di un esproprio di Stato in base alla riforma della Pubblica amministrazione che sta nascendo e che distingue tra immobili più o meno funzionali alle finalità istituzionali degli stessi enti camerali.

«Non mi permetto di mettere il naso in casa d’altri», premette il vicepresidente della Regione prima di confermare in secondo grado la prima sentenza di febbraio. «La Camera di Commercio faccia quello che vuole - rileva Bolzonello - ma dal nostro punto di vista le cose non cambiano». «Il progetto del Parco del mare, per noi, in questo difficile momento per la finanza pubblica continua a non essere una priorità, non esistono i presupposti, gli spazi finanziari per poterlo attuare», taglia corto il vicegovernatore al cellulare mentre gli volge al termine una giornata zeppa di impegni istituzionali. La discriminante, pare di capire, è sempre quella. Per l’acquario ci vogliono almeno 50 milioni, da Genova i Costa ne mettono sul piatto 15, o meglio lo facevano a febbraio, quando Paoletti aveva annunciato il bando del project dinancing entro fine anno e quando lo stesso Bolzonello aveva detto che 15 dal privato, di questi tempi di crisi magri magri per i bilanci pubblici, erano troppo pochi, e che ce ne vorrebbero per lo meno dieci in più.

«Ribadisco - interviene in proposito anche il presidente degli industriali Sergio Razeto - che io, nel progetto del Parco del mare, non ci vedo nulla di negativo. È una cosa bella, se si può fare. Il fatto è che, ad oggi, non ho idea se i conti tornano o meno. Se non tornassero sarebbe un gran peso per il pubblico». Detto questo, per Razeto non è balzana l’idea secondo cui in realtà non ci sarebbe, dietro l’angolo, alcuna dismissione di beni immobiliari da parte della Camera di Commercio: «Non conosco la norma che si sta introducendo ma è indubbio che, richiamando un progetto di sviluppo turistico, imprenditoriale ed economico dell’area triestina rappresentato proprio dal Parco del mare, la finalità riferita ai due palazzi in questione rientrerebbe tra quelle propriamente istituzionali della Cciaa».

A una vendita effettiva più o meno imminente di Palazzo Dreher e Le Terrazze lascia intuire di non credere neppure l’assessore allo Sviluppo economico di Cosolini, Edi Kraus: «Mi pare difficile uno scenario del genere in un momento come questo, un momento pure di crisi dello stesso mercato immobiliare. Per architettare una dismissione bisogna pure trovare uno o più acquirenti». «Suppongo - chiude così Kraus - che la giunta camerale, di cui non posso conoscere le reali intenzioni perché non vi faccio parte, abbia dato solo un indirizzo formale, di massima, presumibilmente non direttamente collegato al Parco del mare».

@PierRaub

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