Il rettore Fermeglia: «Mi aveva chiesto di andare in montagna con lui»

«Ci sono momenti in cui non c’è spazio per la razionalità e non c’è spazio per le parole, resta solo il dolore. Questo è uno di questi momenti - è stato ieri il primo commento del rettore dell’univers...

«Ci sono momenti in cui non c’è spazio per la razionalità e non c’è spazio per le parole, resta solo il dolore. Questo è uno di questi momenti - è stato ieri il primo commento del rettore dell’università, Maurizio Fermeglia - Era un amico, una persona seria, radiosa, trasparente con alti ideali, mai banale. Una persona che ho sempre sentito molto vicina per passioni comuni: l’impegno per una università migliore, per l’integrazione della didattica con la ricerca, l’impegno per la sicurezza sul posto di lavoro, la sensibilità verso l’ambiente, l’impegno per le energie rinnovabili, l’impegno per il diritto allo studio. Temi mai banali sempre affrontati da Stefano con rigore, basando il ragionamento su dati e fatti concreti. L’ho apprezzato in Senato accademico per i suoi interventi mai banali e conditi con quella giusta e intelligente criticità che gli era propria.

Venerdì sera - ha ricordato il rettore - l’ho incontrato per l’ultima volta. Discutevamo come spesso di futuro dell’università e di rapporti con il territorio. Mi ha salutato con un lampo negli occhi: mi ha detto che sarebbe andato in montagna domenica. Gli ho risposto … beato te, verrei con te se non avessi un altro impegno. Pagherei non so cosa per tornare indietro ed aver accettato il suo invito».

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