Il ronchese Pisapia rischia di diventare il capro espiatorio

I ribelli di Grado, deferiti davanti ai probiviri del partito, hanno l’«ombrello» di Gherghetta. Una protezione “solare” del presidente della Provincia e, si dice, anche dell’assessore regionale Sara...

I ribelli di Grado, deferiti davanti ai probiviri del partito, hanno l’«ombrello» di Gherghetta. Una protezione “solare” del presidente della Provincia e, si dice, anche dell’assessore regionale Sara Vita. E poi hanno una carta da giocare: il voto del 5 giugno. Appoggiano con una propria candidatura l’aspirante primo cittadino Claudio Kovatsch - non quello ufficiale dei dem Luciano Cicogna, con tanto di simbolo - ma poco importa. Qualcuno sarà eletto e, poi, il partito dovrà fare i conti. Meglio averli “amici” o “nemici”. Ecco che dopo la scelta del candidato sampierino Pier Ugo Candido di abbandonare il Pd, non rinnovando la tessera, che ha sposato la causa dell’antagonista dei dem Riccardo Zandomeni a questo punto l’unico “scoperto” resta il capogruppo ronchese Francesco Pisapia. I vertici provinciali gli danno addosso per la comparsata pro-Zandomeni, da parte di Gherghetta arriva la secca bocciatura e gli stessi esponenti di Ronchi dei Legionari lo difendono a metà. Solo il sindaco Roberto Fontanot si schiera con lui, ma rischia di diventare contraproducente. Pisapia capro espiatorio di un partito e dei suoi problemi? (p.c.)

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