Il soldato Edlinger ora riposa al cimitero austroungarico

FOGLIANO REDIPUGLIA. Da lì a poco la guerra, finalmente, sarebbe finita. Una guerra che avrebbe provocato 9 milioni e 700mila morti. Tra i quali Ferdinand Edlinger che ieri, dopo 98 anni dalla sua uccisione, è tornato assieme ai compagni di un tempo, a riposare al cimitero austroungarico di Fogliano.
Una cerimonia semplice, ma molto sentita, quella organizzata da Onorcaduti, dalla direzione del Sacrario e dall’amministrazione comunale con la colaborazione della Croce Nera austriaca, degli “Amici della Croce Nera” e dell’organizzazione dei “Sentieri di pace” della Pro loco.
Edlinger, nato a Linz il 26 novembre 1894 e caduto durante un’azione di penetrazione italiana il 3 novembre del 1918, poche ore prima della proclamazione della vittoria, ha ricevuto gli onori militari, alla presenza, tra gli altri, del sindaco, Antonio Calligaris, del direttore del Sacrario, tenente colonnello Norbert Zorzitto, del console onorario d’Austria, Sabrina Strolego, del viceprefetto Antonio Spoldi, di Franco Visintin dei “Sentieri di pace”, di Federico Maria Pellegatti, del Comitato nazionale Grande Guerra, e di Otto Jaus e Franco Stacul, presidenti, rispettivamente della Croce Nera e degli “Amici della Croce Nera”. Molti i labari, tra i quali quelli dell’Associazione nazionale alpini e dell’Assopolizia, che hanno così dimostrato che la pietà umana non conosce confini, nazionalità e divise di diverso colore. «Nella vita eravano divisi, nella morte siamo uniti»: è la frase ripetuta da Jaus, il quale ha voluto ricordare i soldati del 97° reggimento, ovvero gli italiani che, durante la Grande Guerra, hanno vestito l’uniforme dell’esercito austroungarico. La benedizione alla salma, contenuta in una cassetta di zinco avvolta dalla bandiera austriaca, è stata impartita dal parroco, don Duilio Nardin.
«Sono felice di questa partecipazione - ha detto il primo cittadino - segno che le divisioni di un tempo sono state superate. E questo ci fa onore». Edlinger, che all’epoca era di guardia alla sottostazione di Borgo Dodon, oggi Borgo Malborghetto, riposa ora in linea con la prima fila centrale di destra del cimitero. È stato Sergio Timaco a ricostruire la sua storia. Subito dopo la sua morte, il soldato fu seppellito in modo provvisorio poco lontano dalla sottostazione. A guerra finita, i suoi resti vennero traslati nel cimitero civile di Villa Vicentina con l’iscrizione sulla lapide “Fernando Edlinger musicista nato ad Ebensee”. Era il periodo in cui veniva esaltata l’italianità e il suo nome, dunque, venne modificato. Alcuni anni fa l’amministrazione comunale del paese della Bassa Friulana decise di riordinare il camposanto e i poveri resti del soldato furono traslati e trasferiti al tempio-ossario di Cargnacco. Iniziò una fitta corrispondenza tra la direzione del Sacrario di Redipuglia, Onorcaduti e la “Croce Nera” che si disse d’accordo alla tumulazione a Fogliano Redipuglia. A questo punto prendono il via anche le ricerche del tenente colonnello Zorzitto, ricerche che, non ancora finite, sono riuscite a risalire alla data di nascita e di morte. «Ha vinto la pietas cristiana - è stato detto - riposa in pace soldato Edlinger, la tua battaglia è una vittoria».
Luca Perrino
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